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Comunicato stampa Gruppo consiliare Marcellinara al Centro

“Sulla sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Calabria, Sezione di Catanzaro, vogliamo fare chiarezza e sconfessare le roboanti affermazioni del sindaco di Marcellinara che, come è solito fare, mistifica la realtà e senza alcuna forma di pudore istituzionale interpreta a suo esclusivo uso e consumo una sentenza che non riconosce alla sua azione di nomina della giunta comunale alcuna legittimità e legittimazione. La sentenza del Tar di Catanzaro, infatti, lungi dal dare ragione alle sue illegittime scelte nella nomina della giunta ha solo dichiarato, in maniera incomprensibile e senza mai entrare nel merito della questione, che consiglieri comunali e cittadini elettori del Comune di Marcellinara non possono contestare un atto illegittimo del sindaco di Marcellinara.

Il Tar di Catanzaro non ha mai scritto o sostenuto che il decreto del sindaco di Marcellinara adottato in violazione di legge è legittimo. Anzi, la vicenda amministrativa che i consiglieri comunali di Marcellinara ed alcuni cittadini elettori di Marcellinara hanno portato all’attenzione del Tar di Catanzaro ha dimostrato che il sindaco di Marcellinara aveva adottato un atto illegittimo non nominando un assessore di sesso femminile, così illegittimo da costringere lo stesso sindaco di Marcellinara ad annullarlo e nominare un assessore di sesso femminile. Perché, infatti, avrebbe dovuto annullarlo se era legittimo?  L’annullamento del primo decreto, infatti, ha portato il Tar di Catanzaro a dichiarare improcedibile il primo ricorso in quanto avendo il sindaco annullato il decreto impugnato era venuta a mancare la materia del contendere.

Sul secondo ricorso (il ricorso per motivi aggiunti) contro il secondo decreto di nomina della giunta comunale con il quale il sindaco è stato costretto dai ricorrenti a nominare l’assessore di sesso femminile, il Tar di Catanzaro non ha detto assolutamente che il sindaco ha fatto bene a nominare una giunta composta da quattro assessori (in violazione della legge 56/2014 “legge Delrio”), ma ha solo detto che i consiglieri comunali e i cittadini elettori di un comune il cui sindaco ha violato apertamente la legge non possono ricorrere al Tribunale per fare valere il rispetto delle leggi da parte dello stesso sindaco.

Il fatto che ora, il sindaco di Marcellinara voglia accreditarsi il merito di avere dato “una spallata alla Delrio” o che abbia fatto evidenziare un “vulnus normativo” (“spallata” e “vulnus” che il Tar non ha minimamente preso in considerazione) o che “abbia fatto giurisprudenza in Italia con coraggio e, soprattutto conoscenza delle norme” (quelle stesse norme che annullando il primo decreto ha dimostrato di non conoscere affatto) denota solo un atteggiamento mistificatore e falsificatore del contenuto della sentenza del Tar di Catanzaro, nonché il tentativo patetico di ergersi a paladino di battaglie di cui nessun Tribunale ha decretato la vittoria.

La sentenza del Tar Calabria, Sezione Catanzaro, infatti, lungi dall’avere la valenza che artatamente vuole darle il sindaco di Marcellinara, deve essere, invece, affrontata con serietà e con la consapevolezza che sebbene ad essa vada riservato il rispetto che si deve alle pronunce degli organi giurisdizionali di uno Stato democratico, ciò non può esimere dal manifestare stupore nel constatare come le leggi dello Stato possano essere impunemente violate senza che si possa individuare un soggetto che possa chiedere ad un altro organo dello Stato il ripristino della legittimità violata.

Sarà inevitabile, pertanto, sottoporre la delicata questione agli organi di giustizia amministrativa in grado di Appello nonché a S.E. il Prefetto di Catanzaro e al Viminale e lo faremo affrontando, così come è avvenuto per il giudizio davanti al Tar Calabria, Sezione di Catanzaro, di tasca nostra le spese conseguenti a differenza del sindaco che, invece, difende le sue illegittime azioni con i soldi dei cittadini di Marcellinara”.

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