“È ormai evidente che la questione degli infortuni mortali sul lavoro è diventata un’emergenza strutturale, con numeri che confermano una situazione drammatica e consolidata. Nei primi otto mesi del 2024, si sono registrati 680 decessi sui luoghi di lavoro, 23 in più rispetto allo stesso periodo del 2023, un trend in costante crescita che richiede risposte urgenti e adeguate.
Il decreto sulla patente a crediti, purtroppo, è non solo una misura insufficiente e fuorviante, ma la solita “norma bandiera” che non affronta il vero problema: la prevenzione degli infortuni prima che accadano.
L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di impedire le morti sul lavoro, agendo in modo concreto sulla prevenzione e non solo nel post-incidente. Anche la premier ha oggi riconosciuto quanto noi denunciamo da sempre: “La sicurezza deve essere una priorità nazionale”. Meglio tardi che mai!
La sicurezza non è solo un insieme di norme, bensì anche il modo in cui queste vengono applicate e sanzionate. Spesso, infatti, la loro efficacia dipende dall’etica delle imprese, un tema troppo poco discusso. In molti casi, i lavoratori pagano con la vita il veleno dei subappalti, dove il lavoro nero prolifera e il risparmio sui costi della sicurezza diventa la chiave per ottenere profitto a discapito della vita umana.
Nella dinamica dei subappalti a cascata è necessario valorizzare la figura del Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, come previsto dal Decreto legislativo 81/2008. Questo ruolo è fondamentale per coordinare le attività delle diverse imprese coinvolte in un cantiere, riducendo i rischi e aumentando i controlli sull’intera filiera.
La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune e serve l’impegno coordinato di tutti gli attori della filiera: Regioni, Asp, Inail, Itl, Inps e Rlst. È indispensabile migliorare il dialogo e il coordinamento tra questi enti, incrociando i dati a disposizione e monitorando le specificità territoriali. In questo contesto, è prioritario potenziare gli organi ispettivi con figure dedicate ai settori maggiormente colpiti da infortuni mortali.
Proponiamo inoltre la tracciabilità della formazione attraverso un portale digitale, dove gli attestati possano essere caricati online per contrastare il fenomeno dei certificati falsi. Riteniamo inoltre fondamentale l’uso obbligatorio di tecnologie di sicurezza avanzate sui macchinari da cantiere, con sistemi di arresto automatico in caso di rischio. Non è accettabile che si continui a morire schiacciati da macchine di movimento terra come accadeva negli anni ’50.
Il miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità concreta e tangibile. La sicurezza non può più essere considerata una variabile sacrificabile per il profitto”.
Lo afferma in una nota Maria Elena Senese, segretaria generale Uil Calabria.