Il Ministro per gli Affari regionali ha impugnato la legge regionale N. 27 DEL 08/07/2024 – “Modifiche alla legge regionale n. 25/2013”, per illegittimità costituzionale, dando ragione al sindacato autonomo Snalv Confsal, che in varie occasioni aveva sollevato la questione dell’illegittimità della L.R. 27/2024, nella parte in cui prevedeva la possibilità di applicare due contratti, uno pubblico e uno privato, ai sorveglianti idraulici.
Nel corso dell’audizione presso la I Commissione Affari Istituzionali, svoltasi lo scorso 9 aprile, il sindacato Snalv Confsal, per mezzo del Coordinatore Nazionale del comparto EE.LL. (funzioni locali), Avv. Massimo Arena, è stata l’unica organizzazione sindacale a sollevare il rischio dell’illegittimità della legge regionale che si stava andando ad approvare che, né la I Commissione, né il Consiglio Regionale, né tantomeno gli altri sindacati hanno preso in considerazione, tanto da fare impugnare la legge dal Governo nazionale, per il tramite del Ministro per gli Affari, Regionali Roberto Calderoli.
Nel corso dell’audizione (ma anche prima, durante le interlocuzioni con i vertici di Calabria Verde, l’Assessorato Agricoltura e Forestazione e i consiglieri regionali), era stato evidenziato testualmente dal Coordinatore Nazionale EE.LL. dello Snalv Confsal che “la mancata applicazione del contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) Funzioni Locali, a prescindere da una domanda dei dipendenti o da una manifestazione di interesse, poteva comportare l’impugnativa della modifica legislativa, in quanto sia il giudice del lavoro che il TAR hanno evidenziato il principio che il CCNL da applicare ai dipendenti di Calabria Verde è quello delle funzioni locali, in quanto Calabria Verde è un Ente strumentale, non economico, della Regione Calabria e, pertanto, una Pubblica Amministrazione (così come in precedenza l’A.Fo.R. – cassazione 1450/2014)” .
Era stata evidenziata l’illegittimità della legge regionale n. 27/2024 nella parte in cui subordina l’applicazione del CCNL Funzioni Locali a una domanda da parte dei dipendenti e applica d’imperio lo stesso CCNL a chi aveva presentato domanda prima dell’approvazione della legge, aprendo la via a una doppia applicazione contrattuale agli stessi dipendenti dell’Azienda Calabria Verde, come se l’applicazione del CCNL pubblico o di quello privato potesse dipendere da una volontà della Regione o dell’Azienda.
Era stato anche sottolineato che questa legge si poneva in contrasto con il CCNQ 2016-2018 (Contratto Collettivo Nazionale Quadro per la definizione dei comparti di contrattazione e aree dirigenziali), il quale espressamente stabilisce che il personale dipendente delle “Regioni a statuto ordinario e dagli Enti Pubblici non economici dalle stesse dipendenti” viene inquadrato nel comparto di contrattazione collettiva delle Funzioni Locali (art. 2 e 4).
“Avevamo richiamato le varie sentenze del giudice del lavoro e del TAR che stabiliscono la nullità del contratto individuale che rinvia al CCNL della sorveglianza idraulica, per contrarietà a norma imperativa, e cioè dell’art. 2, comma 3, del D.Lgs. 165/2001, che individua nei contratti stipulati secondo le modalità e criteri previsti dal Titolo III, in particolare art. 40 (CCNL e rappresentatività sindacale)” dichiarano l’avvocato Massimo Arena e il
Segretario regionale Calabria Snalv Confsal, Antonio Lento. “Le ragioni del Sindacato Snalv Confsal, a sostegno dei lavoratori della Sorveglianza idraulica, dopo avere avuto il conforto delle varie sentenze giurisdizionali, sono state adesso riconosciute anche dal Governo nazionale con l’impugnativa della legge in oggetto”.
Snalv Confsal afferma di voler portare avanti la battaglia per l’applicazione dell’unico contratto legittimamente applicabile a tali lavoratori, cioè il CCNL Funzioni locali, chiedendo il legittimo inquadramento retributivo dei dipendenti che, nel passaggio dal contratto pubblico al contratto privato, sono stati e sono ingiustamente penalizzati. “Ci sarebbe piaciuto avere al nostro fianco qualche altro sindacato che, invece, ha tentato di delegittimare lo Snalv Confsal per mantenere delle rendite di posizione legate al numero degli iscritti” afferma Antonio Lento. ” A noi non interessa il numero di tessere degli iscritti e non possono essere i lavoratori a pagare le colpe della politica, dei sindacati che non li tutelano e nemmeno dei vertici di Calabria Verde che si ostinano a fare ostruzionismo, non inquadrando i lavoratori nel legittimo livello retributivo e portando i lavoratori stessi a instaurare numerosi contenziosi che andranno a pesare sulle casse della Regione e di Calabria Verde”.
Snalv Confsal, anche alla luce dell’impugnativa della L.R. n. 27/2024, reitera la richiesta di confronto con l’Azienda Calabria Verde e con la Regione Calabria e dà la propria disponibilità a trovare una soluzione per applicare il giusto inquadramento retributivo ai lavoratori della Sorveglianza Idraulica, evitando i contenziosi che i lavoratori sono pronti ad attivare. È disponibile anche a un incontro con le altre organizzazioni sindacali, a prescindere dalle posizioni passate, per fare una battaglia comune a difesa e tutela dei diritti dei lavoratori.