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Trasporti, Bevacqua (Pd): “Bene l’accordo con Ryanair, ma rete calabrese ridotta ai minimi termini”

Da più giorni a questa parte il presidente Occhiuto sta esaltando, attraverso la sua solita comunicazione spinta, laccordo raggiunto con Rynair in merito al potenziamento dei voli per la Calabria. Scelta che non può che essere condivisa e sostenuta da chi ama la Calabria e ritiene la mobilità elemento strategico per lo sviluppo socioeconomico della propria terra. Ma se dovessimo esaltare solo ciò, senza soffermarci sulla ineludibile necessità di procedere all’ammodernamento del vetusto sistema di trasporto per rimuovere le nostre realtà territoriali da una insopportabile condizione di emarginazione e rendere accessibile il loro ingente e straordinario patrimonio storico, culturale e naturalistico, sarebbe come provare a curare con acqua fresca un malato moribondo. Ed è ciò che sta succedendo nella versione della governance Occhiuto.

Senza veli né timori, posso, infatti, affermare l’assoluta mancanza di visione e di proposte, da parte del governo regionale, connesse all’efficientamento del sistema di mobilità calabrese che, nel corso di questi ultimi anni, non ha registrato alcuna novità di rilievo né in termini di programmazione né, soprattutto, in termini di attuazione.

La riforma introdotta dalla L.R. 35/2015, approvata sotto la mia presidenza della Commissione Trasporti, aveva l’obiettivo di semplificare la costruzione di un quadro organizzativo del TPL scevro anche da condizionamento monopolistici. L’idea era quella di promuovere l’integrazione dei servizi ferro-gomma per migliorare l’accessibilità del territorio e limitare i costi sociali derivanti dall’uso del mezzo proprio. Da allora più niente, neppure un km in più di servizi. Sopraffatti da un’inspiegabile inerzia del centrodestra che ha rinunciato ad erigere un pur minimo argine al continuo ed inarrestabile fenomeno dello spopolamento delle aree interne della Calabria, con la duplice conseguenza dell’affollamento delle aree urbane, sempre più congestionate, e dell’abbandono del territorio con le prevedibili conseguenze in termini di allentamento delle misure di salvaguardia rispetto a eventi di dissesto idrogeologico ed incuria del patrimonio architettonico dei centri storici.

Il chiaro mio riferimento alla realizzazione della metropolitana dello Ionio, con la diramazione Sibari-Cosenza, porta con sè l’idea di un sistema di collegamento ferroviario ad elevata frequenza, capace di assicurare spostamenti rapidi ed efficienti, finalizzati a recuperare ai mezzi pubblici la gran parte degli spostamenti casa-scuola, casa-lavoro, ed i collegamenti per le località turistiche, oggi prevalentemente effettuati con il ricorso al mezzo privato. Ciò costituirebbe, senza alcun dubbio, il corollario del teorema, più ampio e significativo, correlato alla realizzazione dell’AV con tracciato interno Praia-Tarsia-Cosenza.

Sotto il profilo tecnico, le resistenze e le perplessità sollevate da Rfi, riguardo la soluzione del percorso interno, appaiono deboli ed ingiustificate, soprattutto se esplicitate senza alcuna analisi costi-benefici operata sulle diverse alternative, ma fondate su superficiali considerazioni costruttive, peraltro, non oggetto di approfondite valutazioni. Accettarle, specie in una fase storica nella quale si assiste alla spasmodica ricerca di soluzioni tecniche e tecnologiche inerenti alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, risuonerebbe come atto di debolezza di una classe dirigente che deve dimostrare impegno ed attenzione per lo sviluppo del territorio, da sempre mortificato da scelte di politica nazionale non più tollerabili.

Sotto il profilo politico-programmatico, la realizzazione dell’AV secondo il percorso Praia-Tarsia-Cosenza consentirebbe di collegare l’intero territorio della provincia di Cosenza con spostamenti di durata non superiore ai 45 minuti ricorrendo, al più, ad una sola interruzione di viaggio. Si costruirebbero, in tal modo, le condizioni di integrazione tra le comunità dello Ionio e del Tirreno con quelle dell’area urbana Cosenza-Rende e del Pollino: una Città-Provincia o, se qualcuno preferisce, una Provincia-Città.

Analoga considerazione può essere sviluppata per quanto relativo alla interconnessione dell’AV con la metropolitana leggera Catanzaro-Lamezia. Un modello di integrazione in grado di collegare, se adeguatamente concepito e sviluppato, la Città di Catanzaro ai principali poli urbani e direzionali della Regione, in una nuova visione integrata e funzionale del territorio, con Reggio Calabria polo terminale dal quale irradiale e ripartire la mobilità dell’area Sud della Calabria. Un sistema di trasporto, così concepito, semplice, efficace ed integrato, attraverso cui promuovere una Calabria nuova, efficiente e moderna, non solo per i calabresi ma anche per quanti guardano al nostro mare, alle nostre montagne, alle nostre straordinarie bellezze con interesse ed ammirazione.

È su questo, a mio parere, che si vincono le sfide della modernità, si palesa la capacità di essere classe dirigente e si dimostra di avere la forza e l’autorevolezza per cambiare le sorti del Meridione e della Calabria. E tutto questo con la metà delle risorse finanziarie che qualche leghista “eccellente”, distante dalle nostre esigenze ed estraneo alla nostra cultura e sensibilità, intende impegnare per la costruzione di un ponte del quale ancora non si conoscono termini e tempi di realizzazione.

Non si può, però, prescindere dall’avvio di una concreta fase di programmazione da parte della Regione che, sinora, non ha espresso alcuna posizione sul tema della mobilità e dei trasporti. Non una indicazione sull’AV, non un atto sulla definizione del livello dei servizi minimi, non un’azione concreta verso l’apertura al mercato dei servizi. Silenzio totale.

È questa l’autonomia che occorre rivendicare, l’autorevolezza che occorre dimostrare, la prospettiva che occorre costruire. È questo che la Calabria e i calabresi attendono: fatti e non parole.

Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua.

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