Cresce costantemente in tutta la regione, il numero di adesioni di agricoltori, cittadini, sindaci ed altri rappresentanti delle Istituzioni alla manifestazione della Coldiretti “Basta Cinghiali e fauna selvatica”.
“Pur avendo registrato un apprezzabile primo passo avanti dalla Giunta Regionale che ha deliberato l’approvazione delle “Linee guida del Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”, proposto da tempo dalla Coldiretti. Continueremo ad andare avanti perché lo impone la gravità dell’emergenza cinghiali e fauna selvatica, da troppo tempo, fuori controllo, che interessa non soltanto gli agricoltori, ma anche i cittadini e investe la totalità dei comuni calabresi, dalle campagne ai centri abitati”. Questo quanto dichiara Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria e componente della Giunta Confederale. “Monitorare l’attuazione della delibera è essenziale. I cinghiali – precisa Aceto – hanno causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura calabrese per circa cinque milioni di euro, devastando campi di grano, patate, mais, ortaggi e persino vigneti e frutteti. I danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati se non in minima parte e spesso dopo molti anni, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano, non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso. Per fare un esempio, un produttore di vino pregiato che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva e così accade anche per altre colture. A Coldiretti – spiega il leader di Coldiretti – sta, inoltre, a cuore la tutela del patrimonio suinicolo che conta in Calabria su oltre 5mila allevamenti, compresi quelli familiari, con circa 52mila capi di suini e al netto dei quattro salumi DOP, Coldiretti stima che il comparto della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, è di oltre 400 milioni di € generando tanti posti di lavoro. La direzione è quella giusta, ma Coldiretti – conclude Aceto – ha il dovere di accelerare i percorsi virtuosi, quindi il 18 giugno sarà in piazza”.