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Concessioni balneari, Filcams Cgil Calabria chiede alla Regione: “Siano rivisti i termini guardando a sicurezza e qualità del lavoro”

Sulle concessioni balneari e la questione della libera concorrenza ci sarebbe tanto da dire. Spazi pubblici tolti alla comunità in nome di un bene comune che dovrebbe essere il lavoro, il benessere e la crescita collettiva.  Invece, il dibattito si concentra addirittura sugli eventuali danni che i privati vanterebbero nel caso di avvio delle gare e di fronte ad un’eventuale perdita della concessione attuale, poiché si afferma che negli anni abbiano investito.

Una contestazione legittima ma che non tiene conto del motivo per cui noi cittadini rinunciamo ad uno spazio pubblico per assegnarlo “temporaneamente” a dei soggetti piuttosto che ad altri, che non è il profitto. Non è in nome del profitto che gli spazi pubblici devono essere assegnati, se si parte da qui il resto diventa tutto piuttosto facile.

Come Filcams Cgil chiediamo da tempo, anche in Calabria, di confrontarci su questi temi a partire dalla Regione, ma abbiamo registrato solamente atteggiamenti ostili, di supponenza, barricate politiche ed assenza di volontà di dialogo.

Riteniamo che sia sacrosanto rivedere il tema delle concessioni pubbliche, ma con regole che determinano anche sicurezza e qualità del lavoro in un settore che è il più irregolare del Paese con tassi di lavoro nero e sfruttamento fuori controllo.

C’è il tema della Legalità, la questione della Regolarità, tutte cose che interessano poco alla politica ed alle Istituzioni, soprattutto, in questa fase preelettorale dove è facile aizzare le barricate contro l’Europa matrigna, quando è l’irresponsabilità di chi è al Governo (oggi come ieri) a determinare queste situazioni di incertezza che non fanno bene né alle imprese né ai lavoratori.

La Filcams Cgil Calabria auspica un cambio di atteggiamento a partire dal governo regionale che aiuti ad affrontare questa situazione in maniera meno ideologica e più pratica nell’interesse della Calabria e dei suoi cittadini.

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