“Calabria purtroppo Cenerentola, anche sul fronte dei finanziamenti sulle Unioni dei Comuni. Ma se la Regione non dà un impulso a questa forma di importante aggregazione fra le varie realtà locali si determina un cortocircuito per cui il Governo, in termini di finanziamenti ad hoc, conferisce le briciole, meno di 30mila euro, rispetto invece alle cifre ragguardevoli che destina ad altre zone italiane. Parliamo, ad esempio, della Sardegna, che recita la parte del leone con oltre 8 milioni assegnati proprio grazie a un’ottima normativa locale. Seguita da Emilia, con quasi 7; Toscana, 3.5, e Piemonte, circa 3. Aree, queste ultime, in cui tali unioni vengono non soltanto incentivate quanto addirittura favorite. E per una serie di logici motivi”. Ha esordito così il presidente di Uncem Calabria, Vincenzo Mazzei, il quale in un comunicato stampa ha spiegato inoltre: “In una terra come la nostra che annovera molti centri montani e alto-collinari, anche situati in zone impervie o comunque non facilmente raggiungibili, una legge per giunta corredata da una dotazione finanziaria per nulla trascurabile potrebbe rendere alcuni servizi essenziali come Viabilità locale, Scuola e persino Approccio alle nuove tecnologie, decisamente più accessibili a tanti cittadini. Perché, banalmente, la forza e l’organizzazione di tre, quattro o cinque, Municipi, anche se piccoli, che si mettono insieme è notevolmente superiore a quella di uno”.
Ma il massimo esponente di Uncem regionale non si ferma qui e pone l’accento su un’altra questione chiave: “Si parla da anni di doverosa razionalizzazione della spesa pubblica e della conseguente necessità di risparmiare i soldi dei contribuenti mentre, di contro, si trascura un percorso, appunto quale quello delle Unioni di Comuni, che va dritto proprio in questa direzione. E lo diciamo senza tema di smentita. Considerato come gli organismi esecutivi che ne trarrebbero origine, assegnerebbero cariche del tutto prive di indennità. Non ci sarebbero infatti duplicazioni di poltrone, i cosiddetti doppioni, ma viceversa sarebbe costituita una struttura snella, fattiva e operativa, al lavoro su una determinata fetta di territorio conosciuto alla perfezione dagli amministratori locali e da loro vissuto H24. Dato stra-importante”.
Lo stesso presidente Mazzei, quindi, non può che chiudere la sua nota con un appello rivolto alla Regione: “Nell’occasione mi preme evocare, e riportare di nuovo, quanto scritto circa un paio di mesi fa riproponendo l’istanza di una rete di Unioni di comuni montani, da realizzare anche in Calabria, favorita da una norma regionale. Un atto legislativo che seguirebbe a una proposta ad hoc depositata a firma dell’assessore Gianluca Gallo e del presidente del consiglio Filippo Mancuso. Istanza avanzata da Uncem attraverso una mia missiva indirizzata alla presidente della prima commissione permanente dell’assise regionale Luciana De Francesco. E finalizzata all’adozione di un provvedimento volto a sostenere i piccoli comuni montani. Che – ha concluso – dopo lo scioglimento delle Comunità montane, avvenuto nel 2013, e i passaggi successivi dello smantellamento delle Province, delle ristrettezze economiche e della mancanza di personale qualificato, si barcamenano in condizioni di grande oggettiva difficoltà. Concetto da me ribadito anche nell’incontro tenutosi in Cittadella la scorsa fine di ottobre alla presenza dell’assessore Gallo e dei componenti della Giunta Uncem”.