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Prevenzione del cancro del colon retto: in Calabria solo il 6% si sottopone allo screening salvavita

I numeri del cancro al colon in Italia riportano nel 2022 una stima di circa 48.100 nuove diagnosi (uomini 26.000; donne 22.100) e una mortalità che si stima per il 2021 di 21.700 decessi.
Lo screening è uno strumento di salute tanto più efficace quanto più partecipato e ha come scopo principale di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia.

 

Lo screening del cancro colo-rettale si rivolge ad una popolazione di età adulta, che viene invitata in vario modo ad aderire alla iniziativa, effettuando presso il proprio domicilio un semplice test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Solo in caso di positività si procede ad effettuare l’esame di secondo livello rappresentato dalla colonscopia.
L’attivazione dei programmi di screening del colon retto in Calabria è avvenuta con notevole ritardo rispetto al resto d’Italia. La pandemia da SARSCOV2 che, in tutta la nazione ha determinato una perdita diagnostica notevole, in Calabria ha aggravato una situazione già critica in campo di prevenzione oncologica.
Secondo i dati provvisori della campagna screening relativi al 2023, nella regione, la popolazione in target è rappresentata da 265.346 persone tra i 50 e i 69 anni.
Grazie a programmi attivati in tutte le province, il 75% dei soggetti aventi diritto ha ricevuto l’invito ad effettuare lo screening di primo livello (ricerca di sangue occulto nelle feci) ma solo il 6% ha aderito al programma di prevenzione. Tra coloro che hanno eseguito il test 875, risultati positivi, hanno avuto accesso al II livello di screening (colonscopia).
“Dal 2021 è stata attivata una riprogrammazione delle attività dello screening oncologico del cancro al colon retto per incrementare l’estensione, l’adesione e la copertura, considerato il ritardo accumulato a causa della pandemia da Covid-19 – afferma la Dr.ssa Ileana Luppino Presidente Regionale Aigo – Il programma sperimentale  “PL15 screening oncologici” a supporto del Piano regionale di prevenzione 2020-2025 si rivolge alla popolazione target residente nei comuni distanti almeno 20 km dai centri di erogazione delle prestazioni, e che viene attuato con l’invio a domicilio del kit di autoprelievo”.
Lo scopo è raggiungere i soggetti residenti in aree disagiate per conformazione geografica, dove si concentra il minor tasso di aderenza. Il test potrà quindi essere effettuato in autonomia e consegnato nei centri individuati o, su richiesta, con l’assistenza di personale specializzato.
“L’analisi dei dati relativi alla mortalità per tumore del colon-retto e la divulgazione dei risultati del programma di screening, che si traducono poi in termini di tassi di sopravvivenza, potrà dare alla popolazione calabrese la consapevolezza del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce, – conclude la dottoressa – A supporto di una ampia campagna di sensibilizzazione per la prevenzione del tumore del Colon-retto rilevante e fondamentale potrà essere il ruolo di AIGO, il cui obiettivo è quello di implementare l’attività di screening sia attraverso campagne di sensibilizzazione della popolazione sia con un concreto supporto scientifico alle Istituzioni nazionali e regionali.

 

Consapevole del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce Aigo ha promosso nei primi mesi dell’anno l’indagine “Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia”, che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane.

 

“La survey nasce dalla considerazione che il grado di partecipazione allo screening del cancro colon retto in Italia è significativamente eterogeneo, – afferma Marco Soncini Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco – generalmente le regioni del centro nord dell’Italia raggiungono performance più elevate (40-50%) di quelle del sud e delle isole (10-15%). Più elementi concorrono a determinare l’adesione allo screening del cancro colon retto. Conoscere i fattori che favoriscono o al contrario riducono l’adesione allo screening permette di iniziare un percorso di rimozione delle criticità”.
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