L’Osservatorio agricoltura del sindacato Confsal difende le ragioni degli agricoltori che in questi giorni stanno manifestando in tutta Italia e indirizza una lettera al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, chiedendo l’istituzione di tavoli di confronto in ogni regione, per sanare “problemi emergenziali che non possono più essere rinviati”.
Nella nota, firmata dal segretario generale della Confsal, Raffaele Margiotta e dal responsabile dell’Osservatorio Agricoltura, Cosimo Nesci, si evidenza la piaga “dell’emigrazione marcata dal Mezzogiorno e, in particolare, dalla Calabria e dalla Sicilia, con i giovani che si spostano sia verso le regioni del nord, sia all’esterno, verso gli altri paesi dell’Europa”. “Nonostante gli sforzi e i proclami degli ultimi anni, tra PNRR e fondi di coesione, il divario tra il nord e sud del Paese è in aumento e non si limita al dato del PIL pro capite- evidenzia la comunicazione rivolta al ministro- estendendosi ai differenziali regionali di sviluppo sociale, alle condizioni di vita delle famiglie e a quelli di competitività delle imprese”.
Per Confsal, il mancato sviluppo del Meridione “va ricercato principalmente nella legislazione diretta all’imprenditoria giovanile ed alle lungaggini burocratiche: i benefici derivanti da questi interventi legislativi rimangono potenziali e non effettivi, perché dalle banche, che erogano i prestiti, vengono richieste garanzie eccessive che la maggioranza dei giovani non ha”.
L’Osservatorio Agricoltura del sindacato autonomo ritiene essenziale:
-garantire, l’accesso al credito ai disoccupati, in tutti i settori produttivi ed in particolare nel comparto agricoltura che non dispongono di propri capitali da porre a garanzie delle banche;
– snellire i bandi e garantire risposte rapide ed efficaci, in tempi brevi. A tal proposito si propone, trascorsi 60 giorni dall’avvenuta presentazione del progetto, asseverato dal professionista, di introdurre per tutte le iniziative imprenditoriali, l’istituto del silenzio-assenso sull’approvazione dei progetti;
– creare la figura del “tutor” pubblico, che sia di supporto alla preparazione del progetto imprenditoriale (es. redazione del business plan) e alle fasi di avvio dell’attività, almeno per i primi due anni, con penalità risarcitorie, nei confronti del Tutor, in caso di sua negligenza.
“I nostri giovani- scrivono Margiotta e Nesci- continuano a creare ricchezza per i territori in cui emigrano, privando il nostro Paese della loro creatività e forza lavoro. A questo si associa le difficoltà per il Meridione e le sue isole di ottimizzare a valorizzare il grande potenziale agricolo”. E concludono sottolineando che “occorre rintracciare, per sconfiggerli, gli elementi di quella banale e dannosa continuità assistenzialistica post-unitaria, che separa Sud e Nord, e che fa apparire il primo come la forma inferiore di uno statalismo che destina risorse “tattiche”, piuttosto che immaginare soluzioni attente e durature. I giovani ci chiedono altro”.