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Autonomia differenziata: il Senato approva il ddl Calderoli. Irto (Pd): “Momento più buio della legislatura”. M. Occhiuto (FI): “Ogni regione potrà esprimere proprie potenzialità, ma vigileremo sui Lep”

Il Senato ha approvato oggi in prima lettura il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti. Il provvedimento passa all’esame della Camera.

“È il momento più buio di questa legislatura, il ddl sull’autonomia differenziata è stato approvato in Senato con i voti della maggioranza e a breve passerà alla Camera”.

L’ha scritto sulla propria pagina Facebook il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria.

“È un colpo micidiale – ha aggiunto il parlamentare dem – ai diritti dei cittadini, che produrrà ingiustizie devastanti perché non sono stati definiti i Livelli essenziali delle prestazioni; perché tra le materie che le Regioni potranno gestire da sole ci sono: tutela della salute, istruzione, tutela e sicurezza del lavoro e perfino trasporto e distribuzione nazionale dell’energia». Riguardo allo stesso disegno di legge, Irto ha poi spiegato: «Non c’è un solo centesimo per ridurre i divari esistenti tra Sud e Nord e c’è il rischio di creare un Paese dove ci saranno giovani più o meno fortunati sulla base del luogo di nascita. Tutto questo è inaccettabile. Continuiamo a lottare, ma il governo e la sua maggioranza hanno già deciso di spaccare l’Italia”.

In Aula, i senatori del Pd hanno esposto cartelli con il Tricolore.

Secondo Elly Schlein, segretaria dei dem, “Meloni passerà alla storia per aver spaccato l’Italia” e occorre una “mobilitazione forte anche fuori dal Parlamento”. “Con il Barattelum di Calderoli – ha dichiarato Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato – ci saranno territori e cittadini di serie A e di serie B. Noi lotteremo contro questo disegno disposti ad arrivare fino al referendum”.

Di tutt’altro avviso il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, il quale ha affermato in Aula: “L’autonomia differenziata non è un allontanamento dal principio di solidarietà nazionale ma un la costruzione di un abito su misura per rispondere meglio ai bisogni dei cittadini sui territori e un impegno rinnovato verso un Paese che deve crescere unito nelle diversità e nella valorizzazione delle potenzialità dei territori. Con maggiore autonomia, immaginiamo un’Italia ancora più straordinaria dove ogni regione può esprimere al meglio il proprio potenziale. Dove la Calabria e l’Unical possono diventare leader nell’IA, dove la Toscana e la Campania valorizzano il loro patrimonio culturale, dove l’agricoltura e le energie rinnovabili sono pilastri di uno sviluppo sostenibile. Crediamo in un’Italia più autonoma, ma unita. Un’Italia ricca nelle sue diversità, ma coesa nel perseguire il benessere di tutti i suoi cittadini”.

Occhiuto ha poi aggiunto: “Ricordiamoci chi ha gettato il seme di questa riforma: fu la sinistra, con la riforma costituzionale del Titolo V nel 2001. Ora, tramite questo ddl, inquadriamo e valorizziamo questa autonomia, collegandola strettamente ai diritti di cittadinanza e ai servizi essenziali, garantendo che questi non dipendano più dalla spesa storica ma siano finanziati e assicurati sulla base dei fabbisogni standard delle popolazioni”.

“Parliamo di diritti alla salute, alla casa, alla scuola, al tempo libero, alla possibilità di spostarsi agevolmente, al lavoro. E anche – ha proseguito – di quelli che riguardano il futuro dei nostri figli: la sostenibilità, l’ambiente e la bellezza che creano nel tempo ricchezza nei territori. I pilastri della nostra società. Lo Stato ha già delegato la maggior parte di questi servizi essenziali nel corso dei decenni passati agli enti territoriali e ciò è avvenuto senza neanche definire i LEP e con finanziamenti trasferiti sulla base della spesa storica. Chi teme quindi che il paese si possa spaccare per questa riforma può dormire sonni tranquilli: il provvedimento che oggi licenziamo non vuol dire un allontanamento dal principio di solidarietà nazionale. Certamente noi vigileremo affinché i LEP vengano effettivamente garantiti, così come stabilito dalla Costituzione, non solo attraverso la loro puntuale definizione, ma anche con il loro effettivo finanziamento. E sono orgoglioso per aver presentato a mia prima firma emendamenti di Forza Italia che poi sono stati approvati, in cui si prevede che le intese non pregiudichino l’entità e la proporzionalità delle risorse per le regioni che non hanno richiesto l’autonomia e definiscono chiaramente le materie per i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, con l’inserimento di una clausola di salvaguardia dell’unità nazionale”, ha concluso.

 

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