“Il susseguirsi di clamorose bancarotte e procedimenti penali per “schiavismo” nel settore della vigilanza privata e’ la riprova dell’inesistenza di qualsiasi reale efficace servizio di controllo in un settore che, sulla carta, dovrebbe essere controllatissimo”. Lo dichiara Vincenzo Del Vicario, segretario del Savip, il sindacato autonomo vigilanza privata, a seguito della bancarotta che ha riguardato un istituto di vigilanza privato di Catanzaro.
“Prefetti, Questori, Dipartimento della pubblica sicurezza, che dovrebbero vigilare, sono mille anni indietro, anche da un punto di vista organizzativo mentre il personale addetto e’ privo di necessaria formazione. Manca, al Ministero dell’interno come sul territorio, una “visione” in un settore sempre piu’ determinante per la sicurezza pubblica e che con le polizie dovrebbe integrarsi – ha aggiunto il Savip – non e’ un caso che le indagini, come nel caso di Catanzaro, siano sempre della Guardia di Finanza, anche quando si tratta di reati gravissimi e che pregiuducano altrettanto gravemente i diritti e la dignita’ dei lavoratori”.
“Nel caso di Catanzaro il SAVIP anni fa aveva acceso una luce, con formali denunce alle Autorita’, rimaste lettera morta. Fin quando la situazione e’ inevitabilmente esplosa, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti – si legge nella nota del Savip – Fra abusi, sfruttamento, concorrenza sleale e condotte spregiudicate degli Istituti di vigilanza, assenti i controlli preventivi di legalita’, lo Stato interviene (quando interviene!) quando il danno ormai si e’ prodotto”.