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Klaus Davi alla Scuola Interforze di Polizia: “Mi sento uno psicoterapeuta dei pentiti, alcuni raccontano retroscena di omicidi”

“Sono un attrattore di pentiti. A decine mi chiamano e uno di loro l’ho assunto nella mia agenzia. Per loro faccio da psicologo, sociologo, assistente sociale: di tutto e di più. Vivono in una certa condizione di abbandono. Si sentono come se fossero un po’ dei pacchi usa e getta”. Lo ha dichiarato ieri pomeriggio Klaus Davi mentre teneva una lezione di comunicazione presso la Scuola Interforze di Polizia coadiuvato dal direttore della scuola Maurizio Vallone. “In alcuni casi ho avuto la sensazione di avere a che fare con dei casi umani – ha proseguito il massmediologo Klaus Davi – Ad esempio Emanuele Mancuso: a mio modo di vedere è un ragazzo che ha risentito dell’assenza di un padre. Io e Mancuso ci siamo frequentati tantissimo, ho avuto ore e ore di colloqui con lui, si è sviluppato un rapporto di amicizia. Ma oltre alle confidenze personali alcuni pentiti si sono lasciati andare con me su altri argomenti. Tra le tante cose ho raccolto confidenze anche sull’omicidio del magistrato Antonino Scopelliti. Ovviamente tutte da verificare”.

Klaus Davi ha anche accennato all’ordinanza “Garden” scaturita dalle indagini della Guardia di Finanza e coordinate dalla Direzione Investigativa Anti Mafia di Reggio Calabria. Interi capitoli delle carte sono dedicati agli effetti che le inchieste di Klaus Davi provocavano nella cosca Rom. “Questa parte non è emersa nella conferenza stampa della Procura e della Guardia di Finanza ma è molto ben articolata nelle carte della preziosa indagine. In ogni caso nell’ordinanza si spiega l’impatto che un certo giornalismo più territoriale ha sulle cosche. Un piccolo saggio di ‘massmediologia mafiosa’ che è ben articolato nei capitoli dell’ordinanza dei finanzieri”, ha affermato Davi. “Leggere che i Borghetto volevano ‘spaccarmi’ (così dice don Cosimo in un’intercettazione) non mi ha sorpreso più di tanto. Per certi aspetti è il minimo”.

Nel corso della lezione alla Scuola Interforze di Polizia sono state molto dure le parole di Klaus Davi sulla situazione mafiosa a Milano: “È la capitale italiana dell’omertà. In termini di consumo pro capite di cocaina siamo noi primi in Italia e Milano, di fatto, è la principale finanziatrice della ‘Ndrangheta. Qui è totalmente rimosso dalla narrazione pubblica il concetto di ‘borghesia mafiosa’ e non si capisce dove finiscano tutti i soldi incassati dalla ‘Ndrangheta grazie al mercato della droga. Io non credo finiscano nelle periferie della città. Il movimento antimafia a Milano? Esiste? Un tempo facevano le serate mondane anti-mafia, ora neanche più quelle”, ha dichiarato Klaus Davi, che poi ha concluso: “In merito al dialogo tra le varie mafie che operano a Milano, io credo sia costante. Agiscono sicuramente in sintonia. La recente indagine della Dda sulla sinergia fra le diverse mafia in Lombardia è di estremo interesse”.

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