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Csm, Nicola Gratteri in pole per la nomina del nuovo procuratore capo di Napoli

Il Csm si accinge a nominare il nuovo procuratore capo di Napoli, incarico vacante dal maggio 2022 quando Giovanni Melillo passo’ alla guida della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. La pratica, con le tre proposte formulate lo scorso luglio dalla Commissione direttivi, e’ inserita nell’ordine del giorno del plenum di mercoledi’ 13 settembre.

In pole Nicola Gratteri, attuale capo dei pm di Catanzaro: e’ stato lui, infatti, il candidato piu’ votato in Commissione, con 4 preferenze (quelle di Maria Luisa Mazzola, togata di MI e presidente della Commissione, del togato indipendente Andrea Mirenda, e dei laici Daniela Bianchini (FdI) ed Ernesto Carbone (Iv-Azione). Un voto ciascuno e’ stato invece espresso in Commissione per gli altri due candidati all’incarico: si tratta del procuratore della Repubblica di Bologna Giuseppe Amato (votato dal togato di Unicost Roberto D’Auria) e del procuratore aggiunto di Napoli Rosa Volpe, per la cui nomina si e’ espresso a favore il togato di Area Antonello Cosentino.

Il Guardasigilli Carlo Nordio ha espresso il suo ‘concerto’ per tutti e tre i candidati: una ‘rosa’, dunque, tra cui il plenum del Csm e’ chiamato a scegliere il nuovo procuratore di Napoli. I numeri, allo stato, sono a favore di Gratteri, che a Catanzaro sta per raggiungere il tetto massimo di 8 anni di permanenza nell’incarico direttivo previsto dalla legge.

In magistratura dal 1986, Gratteri ha “maturato” una “ampia e profonda” esperienza – si legge nella delibera che sara’ sottoposta all’esame del plenum di mercoledi’ a favore della sua nomina – nel “contrasto ai fenomeni di criminalita’ organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale”. E ancora: nella delibera si parla di “indiscusso valore” del magistrato, nonche’ dell'”assoluto rilievo” dell’esperienza professionale da lui maturata, del “prestigio di cui lo stesso gode negli ambienti giudiziari e forensi” e dell'”impegno e la passione spesi in modo costante nel lavoro giudiziario”.

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