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Il Comune di Petilia Policastro fa un manifesto di cordoglio per la morte del killer di Lea Garofalo. E il sindaco si giustifica così: “Lo facciamo per tutti”

Un manifesto di vicinanza al dolore della famiglia per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo, che si è suicidato nei giorni scorsi. E’ quello che ha fatto l’Amministrazione comunale di Petilia Policastro in occasione dei funerali di Curcio che si sono svolti lo scorso 11 luglio a Camellino, frazione di Petilia nella quale risiedeva. Curcio, condannato nel 2014 all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio di Lea Garofalo, è morto lo scorso 29 giugno al Policlinico di Milano dove era stato ricoverato dopo il tentativo di suicidio all’interno del carcere di Opera. In occasione del funerale, tra i tanti manifesti di vicinanza, è apparso anche quello del comune di Petilia Policastro.

“Il sindaco Simone Saporito e l’Amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto” è la frase riportata sul manifesto del comune che nel processo per la morte di Lea Garofalo è stato parte civile. La stessa amministrazione in carica negli ultimi mesi aveva anche svolto una serie di iniziative per la legalità nel nome di Lea.

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Il sindaco Simone Saporito, però, giustifica l’iniziativa: “Da quando è scoppiata la pandemia, come Amministrazione comunale – riporta l’Ansa – abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo”.

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