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Il Pd sul Ponte Stretto: “Reggio deve porre le sue irrinunciabili condizioni”

Pienamente condivisibile la posizione, di qualche giorno fa, del Sindaco facente funzioni di Reggio Calabria che ritiene doversi porre, sul tavolo della discussione politica, il problema della costruzione del ponte sullo Stretto. Problema realmente esistente e pesante che non va affrontato con superficialità, se si vuole il bene della città e dei suoi abitanti.  Occorre che amministratori responsabili lo affrontino guardando al futuro con strategia e non da semplici tifosi di un Salvini qualsiasi che ripropone le stesse ricette bocciate, in passato, dalla scienza e dalla politica. Il ponte sarà una infrastruttura, prevalentemente, se non esclusivamente, al servizio della Sicilia: Reggio Calabria, di fatto, resterà marginale, anche, rispetto al resto del mondo. Forse non tutti sanno, a motivo di un’informazione non adeguata, che, già oggi, l’Autostrada Mediterranea non è più “Salerno-Reggio Calabria “ma è “Salerno-Villa San Giovanni” e il tratto che collega Villa San Giovanni a Reggio Calabria è stato declassato a strada interna.

Il ponte sullo Stretto imporrà la realizzazione di una nuova linea ferroviaria la quale bypassera’ Villa San Giovanni perché, per raggiungere il livello di altezza del ponte, la stessa dovrà cominciare l’ascesa da Gioia Tauro (ecco il motivo per il quale il tanto criticato attuale progetto dell’Alta Velocità di Ferrovie dello Stato non prevede, ancora, il tratto da Cosenza a Villa San Giovanni). Con il Ponte in opera, per raggiungere Reggio Calabria si continuerà a utilizzare, ancora, la vecchia tratta ferroviaria da Gioia Tauro, mediamente, a una velocità di crociera di 130 km/h, invece dei 350 Km/ora dell’alta velocità, su un percorso, soprattutto in gallerie costruite negli anni ’30 del secolo scorso che presentano problemi di sicurezza alla luce delle nuove normative.

Tali drammatiche prospettive, possono essere mitigate solo se, già da ora, la città di Reggio Calabria, con i suoi amministratori, con la partecipazione dei cittadini, sarà in grado di prevedere, e di pretenderne la realizzazione, opere infrastrutturali che colleghino, con una nuova arteria stradale, Villa San Giovanni a Melito Porto Salvo attraverso un raccordo/circonvallazione dal percorso infra collinare con svincoli a pettine nei vari quartieri cittadini. Ciò sul piano fattuale dell’opera.

A ciò si dovrà aggiungere la richiesta di realizzare, tempestivamente, in contemporanea e a carico dei finanziamenti per il Ponte, una serie di nuove opere di accoglienza turistico-culturale utilizzando, oltre alla bellezza naturale dei luoghi, anche le ricchezze di natura archeologica di cui la città e i suoi dintorni è abbondantemente dotata. Insomma, per evitare che il ponte sullo Stretto porti alla morte economica e civile della città, è necessario che il Comune di Reggio Calabria diventi protagonista durante la fase di progettazione dello stesso e dei suoi annessi, con competenza e idee chiare, discusse e sviluppate attraverso un dibattito aperto a tutti. In buona sostanza si dovranno pretendere opere e contributi finanziari a compensazione che riducano gli effetti negativi che subirà la città per effetto della mega infrastruttura.

Occorre che, questa volta, non si ripeta l’esperienza delle “opere di compensazione” poste in essere dopo la costruzione dell’intubata ferroviaria. In quell’occasione Reggio, a fronte degli 84 miliardi di lire che   le Ferrovie dello Stato si erano impegnate, nel 1991, ad investire, se ne vide sottrarre, con il beneplacito del ministero dei trasporti, ben 70.

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