Riceviamo e pubblichiamo:
“Egr. Direttore Claudio Cordova,
Le scrivo in relazione all’articolo pubblicato a Sua firma lo scorso 13 gennaio dal titolo “Cari catanzaresi, è questa la sensazione che si prova quando di crede di subire uno scippo: firmato Reggio 1970”.
APPROFONDISCI >>>> Cari catanzaresi, è questa la sensazione che si prova quando si crede di subire uno scippo: firmato Reggio 1970
Tale articolo, prendendo spunto dalla costituzione di una seconda facoltà di medicina presso l’Unical di Rende e dalle preoccupazioni che tale scelta ha provocato nella città di Catanzaro, senza entrare nel merito della questione, mette sullo stesso piano le iniziative avviate a Catanzaro per contestare la scelta di istituire la nuova facoltà, con i fatti accaduti nella città di Reggio Calabria nel 1970 .
Da cittadino catanzarese, sento la necessità di esprimere il mio dissenso verso il paragone da Lei proposto.
Considero, infatti, per lo meno fuori luogo confrontare i moti violenti che impegnarono per mesi forze dell’ordine giunte da tutta Italia ed addirittura unità dell’esercito italiano dotate di carri armati e che provocarono morti, feriti e distruzioni, con quanto sta accadendo nella mia città.
Del resto, anche Lei nell’articolo riconosce che quei moti si caratterizzarono per ingerenze criminali che strumentalizzarono la protesta.
Al contrario di quanto avvenuto a Reggio nel 1970, a Catanzaro in questi giorni una comunità civile, pacata, rispettosa delle istituzioni e della leggi, sta manifestando le proprie perplessità verso una scelta che non condivide e che rischia di pregiudicare il futuro della sanità regionale.
I metodi utilizzati dalla cittadinanza catanzarese sono quelli che lo stato democratico garantisce: raccolta di firme, consigli comunali aperti, lettere rivolte alle autorità competenti e ricorsi alla giustizia amministrativa.
Nessuna barricata, nessuna violenza, nessun atto di teppismo.
Lei afferma che Reggio Calabria “per storia, per collocazione, per caratteristiche, finanche per accento fosse maggiormente degna di essere capoluogo di regione rispetto a Catanzaro.” Forse Le dovrebbe venire il dubbio che la scelta sia dipesa anche dalla diversità di comportamenti che caratterizzano le due comunità.
Antonio Capellupo,
giornalista e assistente alla direzione del Magna Graecia Film Festival di Catanzaro.