Arriverà entro l’11 marzo la sentenza del processo d’appello “‘Ndrangheta stragista” che vede imputati il boss del quartiere Brancaccio di Palermo Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuto espressione della cosca Piromalli di Gioia Tauro. Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria, presieduta da Bruno Muscolo, che stamattina ha stabilito il calendario delle prossime udienze del processo sul duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, trucidati il 18 gennaio 1994 in un agguato avvenuto sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria all’altezza dello svincolo di Scilla.
Secondo la Procura generale, rappresentata in aula dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo applicato al processo. Attentato che, secondo l’accusa, rientrerebbe tra le cosiddette stragi continentali e quindi nella strategia stragista che Cosa nostra e ‘Ndrangheta hanno adottato contro lo Stato nella prima metà degli anni novanta.
Oggi, in udienza, la Corte d’Assise d’Appello ha rigettato le numerose richieste di riapertura dell’istruttoria, avanzate dalla difesa di Graviano e Filippone, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Aloisio e Guido Contestabile che avevano presentato una lista testi tra cui alcuni collaboratori di giustizia già sentiti nel primo processo conclusosi con la condanna all’ergastolo dei due imputati. L’ultima audizione, invece, è stata fissata per il 23 gennaio quando sarà sentito il commissario capo della Dia Michelangelo Di Stefano in merito a una nota depositata nelle precedenti udienze dall’accusa.
Dopo l’interrogatorio, la Corte d’assise d’appello chiuderà l’istruttoria e ha previsto le udienze del 20 e 23 febbraio per la requisitoria del procuratore aggiunto Lombardo. L’udienza del 27 febbraio, invece, sarà dedicata agli interventi ai difensori di parte civile, tra cui l’avvocato Giuseppe Basile e Massimo Leanza, mentre il primo e il 2 marzo ci saranno le arringhe degli avvocati Guido Contestabile, difensore di Filippone, e di Giuseppe Aloisio che assiste Graviano.
Il 10 o, al massimo l’11 marzo, la Corte si ritirerà in camera di consiglio ed emetterà la sentenza di secondo grado.