Simona Loizzo da martedì sera non è più capogruppo della Lega in Consiglio regionale. Un avvicendamento avvenuto “a sua insaputa” e che vedrà prendere il suo posto Giuseppe Gelardi. Il gruppo si è riunito in sua assenza, ha votato la sfiducia (con il sì di Gelardi e Raso e l’astensione di Mancuso) e ha eletto il nuovo capogruppo. Motivazione della sfiducia: le troppe assenze in Consiglio regionale, ora che è stata eletta deputata ma non ha ancora rassegnato le dimissioni da Palazzo Campanella.
E il suo commento alla vicenda non tarda ad arrivare, in una nota stampa in cui ricostruisce le “ragioni reali” dell’accaduto:
“Sono in studio con i miei collaboratori quando nel tardo pomeriggio di ieri mi giunge lettera della regione relativa alla sfiducia come capogruppo a firma dei consiglieri Raso e Gelardi e con l’astensione dì Mancuso, avente data 20 dicembre 2022 recante come motivazione la mia assenza dal consiglio per i motivi di impegno parlamentare noti a tutti. Premettendo che era stata già inviata alla giunta per le elezioni comunicazione relativa alle mie dimissioni dal consiglio regionale a partire dal 31 12 2022 con lo scopo unico di procedere alla stesura del documento economico di rendicontazione del gruppo Salvini premier, ritengo tale sfiducia a 10 giorni dalle mie dimissioni un atto slegato dai canoni della correttezza formale e strutturale.
Mai nessuno mi ha informata nè chiamata nè alla mia richiesta di spiegazioni al futuro capogruppo, da me sempre indicato come sostituto nelle riunioni dei capogruppo, è emersa una spiegazione logica e reale e soprattutto formalmente corretta su tale sfiducia.
Vero è che avevo nei consigli regionali precedenti indicata la mia linea su due diverse leggi poi ritirate relative alla nomina del consigliere supplente e sulle slot machine, vero è che la seconda legge sarà ripresentata ma io sono assolutamente contraria alla sua attuazione, vero è che sono responsabile di un emendamento per finanziare un campetto di calcio per i ragazzi di Mirto e che ho avuto i complimenti da un consigliere di minoranza , vero è che c’era fretta di nominare capogruppo prima che subentrasse nuovo consigliere regionale, vero è che non ho mai partecipato a spartizione di poltrone se non per aver indicato una bravissima giovane consigliera leghista alle pari opportunità, ma a quale di questi accadimenti si lega la sfiducia?
La politica vera vola più in alto, sopra la chiacchiera di una stampa che si cimenta a definire bipoltronista chi prende una sola indennità e lavora e non cazzeggia tra camera e regione (ancora non mi è dato sapere fonte di tale affermazione), la politica vera è quella di un consenso largo e imprevedibile sganciato da processi di gestione, la politica vera mi ha regalato grazie alla fiducia di Matteo Salvini la vittoria in 10 mesi per ben 2 volte suscitando ovvie e comprensibili resistenze e anticorpi, la sfiducia di ieri è la mia personale fiducia di oggi verso gli elettori che a migliaia mi chiamano ogni giorno e che mi rendono fortissima nella convinzione che questa disgraziata terra abbia bisogno di essere rappresentata da una politica scevra da grettezza e interessi.
Ringrazio Matteo Salvini per l’opportunità concessami di rappresentare la Calabria alla Camera dei Deputati dopo averla con onore e dedizione rappresentata come Capogruppo alla Regione Calabria, rinnovo la mia stima e affetto al governatore della regione Calabria che con le sue straordinarie capacita può guidare il volano del cambiamento di passo della politica regionale, al gruppo Salvini premier consiglio di esprimere una linea politica chiara di coerenza e alleanza a partire dalla presidenza del consiglio senza esserne mai della alleanza sua subalterna, a Iole Santelli che per mano di nino Spirlì entrambi segni di moralità identitaria e che hanno caratterizzato il mio ritorno in politica un forte e lungo abbraccio, alla mia struttura da capogruppo e al gruppo da me guidato va ogni mio personale affetto e riconoscenza per avere fatto un miracolo riconosciuto oggi come modello di meridionalismo incantato, siamo a Roma per la nostra Calabria.
Preciso che se fossi rimasta in carica fino al 31 dicembre avrei rendicontato il bilancio in attivo con restituzione dei soldi pubblici ai calabresi, di cui sicuramente il nuovo capogruppo si farà carico.
Preciso e sottolineo che la mia contrarietà alla legge sulle sale da gioco è in perfetta linea con il governo Meloni, con le dichiarazioni programmatiche sul punto del sottosegretario Alfredo Mantovano. Su questo punto confermo di rappresentare in pieno la linea della lega perché rappresento l’idea che ha il centrodestra sulla materia e che è stata espressa dalla Conferenza episcopale e dalle comunità dì recupero. E prima di domani bisogna fare chiarezza per rispetto degli elettori”.
Il commento di Amalia Bruni: “Indegna marcia indietro della maggioranza che approva in Commissione una legge che non contrasta minimamente la ludopatia. Associazioni, Chiesa e volontariato mortificate”
“Lo avevamo capito subito che questa maggioranza teneva particolarmente a far approvare la PL 107 sul gioco d’azzardo. La pantomima del mezzo passo indietro fatto qualche giorno fa non ha ingannato nessuno.
E infatti è stata approvata a maggioranza in Prima Commissione senza che la stessa fosse portata in discussione in Commissione Sanità come più volte da me richiesto. In buona sostanza si tratta di una sanatoria per tutte le slot machine esistenti prima del 2018 che potranno restare tranquillamente dove sono senza alcun vincolo di distanza da luoghi sensibili e le sale gioco potranno restare aperte dodici ore invece che otto.
Possiamo dire che la lobby delle sale gioco vince sui bisogni di salute e sanità mentale della collettività. A nulla sono servite le voci di protesta che si sono sollevate nella società calabrese, dal mondo dell’associazionismo, del volontariato e dalla Chiesa.
La PL 107 è passata senza un ragionamento convincente, senza una spiegazione logica ma solo con la forza dei numeri, a colpi di maggioranza. Il Centrodestra, nonostante avesse fatto intendere chiaramente di voler ritirare la legge si è nuovamente ricompattato e ha cambiato idea.
E dire che appena una decina di giorni fa i capigruppo di maggioranza, Giuseppe Graziano (Udc), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Giuseppe Neri (Fdi), Pietro Crinò (Forza azzurri) e Giovanni Arruzzolo (Fi) avevano ritirato le proprie firme dal provvedimento. La prima a fare un passo indietro e a revocare la propria sottoscrizione era stata la collega della Lega Simona Loizzo.
La stessa posizione era stata assunta dalla Commissaria regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro che pensava fosse necessario “avviare un approfondimento”. E anche il Presidente Occhiuto non era sembrato convintissimo tanto che ha cercato di gestire la patata bollente in modo pilatesco ribadendo che sulle questioni importanti doveva decidere il Consiglio. E dopo tutta questa querelle è arrivata la clamorosa marcia indietro che porta in dote alla comunità una legge che non solo non tutela ma aggrava la posizione.
L‘emendamento Gelardi, per esempio, anche se indica degli orari di chiusura ed elimina la differenza di distanze, non tocca la protezione per le vecchie autorizzazioni anzi peggiora la PL 107 perché cancella la previsione che i sindaci provvedano ad emettere un’ordinanza in cui si fissino gli orari di apertura, nell’ambito della disciplina generale fissata dalla Regione. In sintesi non affronta il problema distanze per le vecchie concessioni, smonta di fatto la normativa sugli orari perché esonera i comuni dall’obbligo di fare delle ordinanze per disciplinare gli orari ed è anche piuttosto vaga/imprecisa sui locali ai quali si applica la limitazione oraria della chiusura tra le 24:00 e le ore 9:00.
E questa sarebbe una legge per limitare e contrastare il gioco d’azzardo? Se non fosse un dramma sembrerebbe di essere su Scherzi a parte”.
Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale.