Alta velocita’ ferroviaria, ammodernamento della strada statale 106 e riadeguamento dell’autostrada A2 fra Salerno e Reggio Calabria, ma soprattuto rilancio del porto di Gioia Tauro di cui, ancora, “non sono state colte tutte le potenzialita’”.
Sono le opere da realizzare secondo Salvatore Larocca, neo segretario generale della Filt-Cgil Calabria, che parlando con l’AGI non inserisce tra le priorita’ della regione nel settore del trasporti e delle infrastrutture il ponte sullo Stretto di Messina.
Assunto come gruista in Medcenter Container Terminal, l’azienda che a meta’ degli anni novanta ha riscoperto il grande scalo progettato al servizio di un polo siderurgico nazionale mai realizzato, e’ ora alla guida della federazione dei lavoratori dei trasporti della Cgil, di cui e’ stato segretario generale della Piana di Gioia Tauro. Dal 2006 fa parte del comitato dell’autorita’ portuale della Calabria come rappresentante dei lavoratori. Conosce bene, dunque, lo scalo ed e’ da qui che inizia la conversazione. Lo scalo e’ al centro del dibattito politico, soprattuto dopo che si e’ riaffacciata la possibilita’ che vi si realizzi un rigassificatore.
“Continuiamo a dire – spiega – che Gioia Tauro ha delle potenzialita’ che non vengono in nessun modo sfruttate. Soprattutto perche’ rispetto all’ attivita’ svolta dai due terminalisti, sia per quanto riguarda il transhipment sia per quanto riguarda l’automotive, ci sono delle grandissime opportunita’. I container – prosegue – non dobbiamo solo vederli passare, come avviene oggi, ma dobbiamo riuscire a creare, soprattutto nell’area retroportuale, delle attivita’ manifatturriere con forti ricadute occupazionali. Anche per quanto riguarda l’automotive ci sono grandi opportunita’ soprattutto nel settore dell’assemblaggio e sulle attivita’ ad esso legate. La cosa piu’ importante e’ realizzare, nella prima, nella seconda e nella terza area industriale, che sono enormi, con grandissime disponibilita’ di spazi, attivita’ connesse che possono portare occupazione”.
Il riferimento e’ alle centinaia di ettari di agrumeti e uliveti dissodati negli anni settanta per la costruzione del quinto centro siderurgico nazionale, progetto poi abbandonato che ha lasciato ampi spazi desertificati.
“A differenza di altre realta’ portuali soffocate dalle citta’ che sorgono alle loro spalle, abbiamo enormi spazi – osserva il sindacalista – che non vengono sfruttati”. E’ in corso il dibattito sul rigassificatore, stimolato dalla crisi energetica conseguente alla guerra in Ucraina. I pareri sono contrastanti. Puo’ essere fattore di sviluppo o potrebbe comprometterne il futuro? Larocca non ha dubbi sul fatto che si tratti di un’opportunita’: “Noi ci abbiamo pensato bene – e’ la risposta -. Se l’attracco delle navi gasiere fosse stato all’interno dello scalo per noi sarebbe stato un problema, perche’ avrebbe interferito con le attivita’ dei due terminalisti (Mct e Automar, ndr.), ma con l’attracco ad un pontile esterno, che non andrebbe a inficiare in nessun modo le attivita’ di navigazione legate alle altre attivita’ che hanno delle ricadute rilevanti, il rigassificatore potrebbe rappresentare un’opportunita’ non solo per le possbili ricadute legate ai costi energetici, ma soprattutto perche’ potrebbe fornire all’area industriale la piastra del freddo a costo zero e forse per la prima volta si potrebbe creare una filiaera nell’agroalimentare che potrebbe sfruttare l’economia a zero del freddo che a quel punto verrebbe erogato al rigassificatore”. Occorre pero’ una rete di collegamenti che consenta al piu’ grande porto del Mediterraneo di connettersi con l’Europa. E allora e’ urgente ammodernare strade e ferrovie in tutta la Calabria.
“La nostra priorita’ – argomenta Larocca – e’ collegare la Calabria, come avviene nelle regioni del nord Italia, in maniera efficiente. I collegamenti attuali sono carenti sotto tutti i punti di vista. L’autostrada, nonostante gli adeguamenti, presenta ancora dei tratti rimasti cosi’ com’erano nel vecchio tracciato che non consentono collegamenti efficienti.
“L’alta velocita’ – dice poi Larocca – di fatto si e’ fermata a Salerno. Questo ci penalizza enormemente. Se non si punta alla possibilita’ di raggiungere in 3 ore Roma da Reggio Calabria diventa complicato parlare di sviluppo. Per quanto riguarda il trasporto delle merci, e’ indispensabile spostarsi seguendo la dorsale adriatica per raggiungere il cuore dei mercati industriali e produttivi del nord Italia e del centro dell’Europa. Le condizioni ci sono pero’ bisogna superare le strozzature che stanno limitando in maniera forte lo sviluppo del porto”.
Dunque, il ponte sullo Stretto non e’ tra i punti prioritari dell’impegno del sindacato.
“E’ assurdo – dice il segretario della Filt calabrese – parlare di parlare di un collegamento come il ponte sullo Stretto quando non riusciamo a spostarci all’interno del terriorio calabrese. Un cittadino che volesse andare da Reggio a Crotone non ci arriverebbe in meno di quattro ore. Di cosa stiamo parlando? Preoccuppiamoci, ad esempio, di garantire collegamenti sia stradali che ferroviari efficienti sulla fascia ionica adeguando la ferrovia e la statale ionica. Il ponte potrebbe essere il completamento di un percorso. Per il momento non e’ prioritario”.