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Sale da gioco Calabria, De Raho (M5S) avverte: “Da non sottovalutare i rischi sociali di una nuova normativa”

Si è appreso che è in atto nel Consiglio regionale della Calabria l’esame della proposta di variazione alla normativa sulle sale da gioco, con previsione dell’ampliamento degli orari e della riduzione delle distanze dai punti sensibili.
Sul settore del gioco in Italia è stata pubblicata, alcune settimane orsono, la relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, approvata all’unanimità al termine della XVIII legislatura; da essa emergono  con chiarezza i gravi rischi derivanti dalla diffusione del gioco, su cui lo Stato deve esercitare un rigoroso controllo.
Il gioco non può essere incoraggiato per le derive cui può approdare. Sul piano psicologico e sociale, il gioco determina dipendenza, impoverimento e usura, agevolata dall’offerta criminale. Il gioco, inoltre, costituisce uno dei canali privilegiati dalle organizzazioni mafiose -‘ ndranghetiste per il riciclaggio del denaro.
Per questo la Calabria non può ignorare, nell’ambito del contrasto alla ‘ndrangheta e nella strategia educativa dei giovani, gli effetti dell’ampliamento delle condizioni in cui può essere esercitato il gioco. Estendere il gioco agli orari notturni significa utilizzare face orarie in cui è minore il controllo.  Il gioco non può essere gestito in prossimità dei luoghi sensibili; primi tra tutti le scuole. Ai giovani dobbiamo dare delle indicazioni univoche sui comportamenti da tenere, se vogliamo una società civile, etica, legale; occorre evitare agli studenti qualunque tentazione e comunque impedire curiosità o, peggio, adescamenti.
Aumentare le fasce orarie e ridurre le distanze dai luoghi sensibili non significa aiutare il settore economico ed imprenditoriale a svilupparsi, ma soltanto creare situazioni deleterie per la nostra società, per i nostri giovani e per i più deboli e fragili psicologicamente, oltre che favorire i canali di riciclaggio della ‘ndrangheta.
Personalmente sarei pronto ad un confronto pubblico, in un convegno, con coloro che sostengono l’irrilevanza delle condizioni che si vogliono modificare.
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