“Le Forze dell’Ordine servivano in campagna elettorale, ma se ora è cambiato il maestro, la musica rimane sempre la stessa: restiamo figli dell’opposizione”. E’ quanto afferma Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione sindacale dell’Arma dei carabinieri.
“Anche i carabinieri sono succubi della retorica sul carobollette, c’è poca volontà politica di occuparsi invece dei rinnovi contrattuali 2022-2024 che li riguardano direttamente. Il Governo Meloni in questi giorni sta lavorando alla spending review anche nel comparto difesa e sicurezza, comparto già in difficoltà dimenticando che l’inflazione sta polverizzando le poche risorse che ha ereditato dalla scorsa legislazione per i rinnovi contrattuali nella PA, tra cui rientrano anche le Forze dell’Ordine: gli aumenti salariali previsti dalla Legge di Bilancio 2022 risulteranno impercettibili, 310 milioni di euro per il 2022 e 500 milioni a decorrere dal 2023. A causa dell’inflazione, però – prosegue Nicolosi – gli aumenti percepiti sulle retribuzioni saranno invece esigui (0,3% per il 2022 e 0,5% a partire dal 2023), senza contare che saranno erosi ancor più dall’aumento del costo della vita, dei generi alimentari e dal carobollette. Non abbiamo assistito a cambi di registro, continuiamo a essere ignorati come sempre: per Unarma è opportuno stanziare altre risorse entro la fine di quest’anno da destinare al fondo per il rinnovo dei contratti per il personale in divisa”.