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Operazione “Radici” contro la ‘ndrangheta, minacce anche all’ex portiere Marco Ballotta

L’ex portiere di serie A Marco Ballotta è stato vittima di una minaccia aggravata dalle modalità mafiose, contestata nell’inchiesta ‘Radici’ della Guardia di Finanza di Bologna, che ieri ha portato a 23 misure cautelari.

Per l’episodio che coinvolge l’ex calciatore, che risale fine maggio 2021, è accusato Giovanni Battista Moschella, ritenuto dalla Procura un personaggio affiliato a cosche ‘ndranghetistiche, in particolare i Mancuso di Limbadi e i Piromalli di Gioia Tauro.

Ballotta, in crisi patrimoniale dopo aver lasciato il calcio professionistico, lo incontrò in uno studio di un commercialista a Modena dove era andato per chiudere una posizione debitoria con un altro imprenditore che avrebbe dovuto aiutarlo a trattare con la banca, al quale aveva anticipato quasi cinquemila euro. In quell’occasione Moschella, socio in affari dell’altro, gli avrebbe detto: “Vuoi che faccio arrivare qualcuno… stai attento”, appoggiandogli due volte la mano sul petto.

Ballotta, sentito dalla Guardia di Finanza sul punto, ha riferito di aver coscienza che Moschella fosse vicino a soggetti calabresi, verosimilmente attivi nella criminalità organizzata. Moschella, nell’ambito dell’indagine complessiva, è stato sottoposto a custodia cautelare in carcere.

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