“E’ morto come e’ vissuto, lavorando fino all’ultimo nella sua Calabria. Amedeo Ricucci faceva parte di una schiera importante di “giornalisti testimoni”. Voleva essere sui luoghi dove si svolgono i fatti, voleva viverli fisicamente. La testimonianza diretta era la massima garanzia di una verita’ senza filtri e manipolazioni. In questo interpretava lo spirito migliore del servizio pubblico nel quale ha lavorato per decenni prima nelle reti e poi nel Tg1″. Cosi’ Stampa Romana in una nota. “Inviato di guerra, ha seguito in modo particolare il Medio Oriente – prosegue la nota -. E’ stato nel Comitato di redazione del Tg1 e fino all’ultimo, anche in occasioni pubbliche, ha fatto sentire la sua voce richiamando tutta la comunita’ professionale alla massima attenzione e alla massima cura nel racconto dei fatti durante la guerra tra Russia e Ucraina. Stampa Romana piange la sua scomparsa e porge le condoglianze alla famiglia di Amedeo Ricucci e alle colleghe e ai colleghi del Tg1”.
Morte Ricucci, Stampa Romana: “Voleva essere testimone dei fatti. Ha lavorato fino all’ultimo nella sua Calabria”
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