Con il suo 50esimo congresso nazionale, il PRI ha riconfermato alla guida della segreteria nazionale, con la quasi totalità dei voti, l’uscente Corrado De Rinaldis Saponaro. La scelta dei repubblicani è stata netta, con la volontà di continuare a sostenere l’azione di rilancio del Partito nazionale che non può prescindere dal dialogo con le altre forze laiche e moderate italiane.
Nonostante le innumerevoli difficoltà che il PRI ha vissuto negli ultimi anni in Calabria, i repubblicani sono convinti che l’attività del partito non può esaurirsi, soprattutto dopo la perdita del leader storico Onorevole Francesco Nucara. Uscire in silenzio dalla scena politica non è mai stata la volontà di questo partito, coerente nei suoi ideali e nei suoi modi programmatici di pensiero e pragmatici di azione, punti fermi del mazzinianesimo. Essere silenti, nei piccoli comuni così come per livelli più alti, vuol dire depauperare inesorabilmente quel patrimonio culturale e politico che Francesco Nucara ha lasciato in eredità ai repubblicani e, soprattutto, vuol dire abbandonare le storiche battaglie annose che il partito dell’edera ha intrapreso per l’amara terra nostra, la Calabria. La forte volontà di continuare questa azione politica, ed il ricompattamento all’unisono dei repubblicani sotto l’unica casa che conoscono, quella dell’edera, ha portato ben due calabresi dentro la Direzione Nazionale del partito: Demetrio Giordano della sezione “R. Sardiello” e Vincenzo Mazzei della sezione “U. La Malfa”. Entrano invece in Consiglio Nazionale anche il sindaco di Platì Rosario Sergi, la giovane Ing. Chiara Baronetto, il segretario della sezione di Cosenza Ing. Fabiano e il segretario della sezione di Siderno Siderno dott. Marcello Attisano.
La segreteria regionale è fortemente soddisfatta per essere riuscita a ben rappresentarsi in consiglio ed ad avere due dirigenti nazionali, nella consapevolezza che la Calabria avrà, ancora una volta, importanti voci all’interno del partito che da sempre viene riconosciuto nella sua contrarietà: “piccolo, ma di massa”.