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“Incendi, occorre intervenire subito per andare oltre l’emergenza”

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Antonino Sergi*

“In Italia, ormai, si vive alla giornata. Ipocritamente, quando avvengono disastri (alluvioni, frane, incendi devastanti) ci sentiamo coinvolti e partecipi. Sull’emozione del momento, proliferano le dichiarazioni dei nostri ineffabili politici: “mai più disastri simili”. Passato il momento, tutto resta come prime, nessuno opera per rimuoverne le cause.

Gli incendi arriveranno anche quest’anno, puntuali e devastanti. Non possiamo stare con e mani in mano, ben sapendo che tanti altri boschi plurisecolari diventeranno cenere, al pari di quel che resta della biodiversità.

Non è più tempo di analisi, più o meno dotte e di scaricabarile, occorre passare ai fatti per porre fine o, quantomeno, limitare questo scempio.

L’estate 2021, in Italia, ha registrato, secondo Coldiretti, un incremento di incendi del 256% rispetto all’ultimo anno, che ha riguardato tutto il territorio nazionale, con particolare riferimento alla Calabria. Secondo la stima di Coldiretti, gli incendi della disastrosa estate 2021 sono costati ai cittadini circa un miliardo di euro. Tra le voci principali ci sono le spese per lo spegnimento, per la bonifica e ovviamente per la ricostruzione. La stima è che ogni ettaro bruciato comporti una spesa di 10 mila euro, tenendo conto anche dei danni a flora e fauna, attività agricole, ambiente e biodiversità. “Per ricostruire tutto l’ecosistema del bosco e ripristinare le attività tradizionali – ha spiegato Coldiretti – ci vogliono in media 15 anni, ma per riavere gli alberi secolari, ridotti in cenere, passeranno generazioni. L’associazione ha poi sottolineato come i roghi, devastando boschi e foreste, aumentino il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa.

Sicuramente non sarà sufficiente, la proposta di modificare la legge sugli incendi, con pene più severe per i piromani. Occorre agire sulle cause autentiche, sui grandi interessi che li causano.

Ci sono incongruenze evidenti e situazioni ambigue, che portano anche a sperperi di montagne di danaro, mentre i Vigili del Fuoco sono sprovvisti del necessario, ricevono stipendi miseri e sono senza tutela infortunistica.

Riesce difficile comprendere le motivazioni per le quali, a differenza della Francia, diamo la gestione della flotta di canadair (19, la più numerosa al mondo, più 12 elicotteri), di proprietà dello Stato, ai privati. Tra l’altro con gare di appalto molto discusse e secondo alcuni cucite addosso a un solo soggetto partecipante, come sarebbe avvenuto negli ultimi anni.

Fatto sta che, ancora una volta, una multinazionale londinese, la Babcock, si è aggiudicata l’appalto per cifre che nel 2019 ammontavano a 360 milioni di euro.

L’affidamento della gestione ai Vigili del Fuoco o alla Protezione Civile sarebbe stata una soluzione logica, efficace e sicuramente meno costosa, in tutti i sensi. La motivazione che giustifica l’affidamento a privati è davvero risibile: la mancanza di piloti specialisti e di centri di manutenzione. È vero che per formare un pilota di canadair occorrono due anni, ma riesce difficile pensare che la settima potenza economica mondiale non sia in grado di poterlo fare. In ogni modo sarebbe stato meno costoso, più razionale e trasparente reclutare piloti stranieri, in attesa di formare i nostri.

Le foreste sono un bene fondamentale non solo per l’economia e l’ambiente, ma anche per i cittadini, che debbono concorrere a salvaguardarle.

Dobbiamo anche andare oltre l’eterna emergenza e provare a far rinascere le nostre montagne, come l’Area Grecanica, abbandonata al suo destino. Il PNRR è un treno che non passerà più. Si dovrebbe investire non per riportare qualche turista in più, ma per creare le condizioni per far tornare a vivere i borghi semi abbandonati.

Per dare un contributo, analitico e propositivo, abbiamo costituito l’Associazione Calavrisia, alla quale si affianca l’Associazione Nazionale “Neda Kairos”, che opera, da oltre un decennio, con e per i giovani, con l’intento di aiutarli a diventare cittadini consapevoli, autonomi e impegnati. Abbiamo definito il documento “Studio e proposte per il recupero, il riscatto e lo sviluppo dell’Area grecanica.”

Stiamo cercando di coinvolgere le Istituzioni, le Associazioni ambientaliste e altri Soggetti su queste delicate tematiche.

Se non avremo risposte, resterà il dubbio espresso il 1 luglio dal Fatto di Calabria, che ‘L’importante è spegnere gli incendi. Magari non sul nascere, ma strada facendo. Meglio ancora se alzando sempre elicotteri. Quel che conta è il risultato e non la cenere che cade dal cielo…’”.

*presidente dell’Associazione “Neda Kairos”

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