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Usura, Algieri (Confcommercio Calabria): “Vera piaga del post-pandemia”

Dopo due anni di assenza torna la giornata di mobilitazione nazionale “Legalita’ ci piace”, ideata da Confcommercio, il cui obiettivo e’ quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui fenomeni illegali che colpiscono la vita delle imprese. Secondo la consueta indagine svolta dal centro studi di Confcommercio, l’usura, oltre ad essere percepita come il reato che registra il maggiore aumento, e’ anche un fenomeno che penalizza lo sviluppo delle imprese e frena la crescita.

“Un dato preoccupante – ha commentato il presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri – soprattutto nel post pandemia, in cui le imprese sono fragili e vulnerabili a causa delle difficolta’ che hanno dovuto sopportare in questi anni. Per contrastare questo fenomeno, e piu’ in generale tutti i fenomeni illegali, e’ necessario un rafforzamento della collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e realta’ associative. Non dobbiamo lasciare soli in questa lotta gli imprenditori. Dobbiamo incoraggiarli a denunciare e supportarli nel post denuncia con tutele adeguate. Solo cosi’ riusciremo ad avere un’economia piu’ sana e piu’ forte”.

In base a quanto emerge dall’indagine di Confcommercio su usura e fenomeni illegali, quasi il 12% delle imprese del terziario di mercato ha percepito nel 2021, sul piano nazionale, un peggioramento dei livelli di sicurezza. L’usura e’ il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dal 27% degli imprenditori del terziario di mercato intervistati. Il trend e’ piu’ marcato nelle grandi citta’ e nel sud, dove l’usura e’ indicata in aumento dal 30% delle imprese. Il racket e’ in crescita per il 21% degli imprenditori intervistati. L’11% degli imprenditori che hanno partecipato all’indagine, sempre sul piano nazionale, ha affermato di avere avuto notizia diretta di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attivita’. Il 17,7% degli stessi imprenditori, inoltre, e’ “molto preoccupato” per il rischio di esposizione ad usura e racket. Un timore che e’ piu’ elevato nelle grandi citta’ e nel sud. Di fronte all’usura e al racket, il 58,4% degli imprenditori intervistati ritiene che si dovrebbe denunciare, mentre il 33,6% dichiara che non saprebbe cosa fare e il 6,4% pensa di non poter fare nulla. Si tratta di dati, comunquem che sono piu’ marcati nel sud. Nel Mezzogiorno e nelle isole le imprese del terziario di mercato che hanno percepito nel 2021 un peggioramento dei livelli di sicurezza sono il 16,6%, valore piu’ elevato rispetto alla media nazionale, che e’ pari all’11,8%.

L’usura e’ il fenomeno criminale percepito in maggiore crescita dal 30% degli imprenditori del terziario di mercato, dato superiore alla media nazionale, che e’ il 27%. ll racket e’ in crescita per il 22% delle imprese, con un punto in percentuale in piu’ rispetto alla media nazionale, che e’ il 23%. In generale, nel Mezzogiorno l’andamento di tutti i fenomeni criminali rilevati risulta in maggior crescita rispetto alla media nazionale. L’8,3% degli imprenditori, inoltre, ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o di estorsione nella propria zona di attivita’. Un dato che risulta inferiore rispetto a quello nazionale, che e’ pari all’11%. La percentuale di imprenditori che si dicono “molto preoccupati” per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui operano e’ il 19,1%, dato superiore alla media nazionale, che e’ pari al 17,7%. Di fronte a fenomeni di usura e racket, il 66,7% delle imprese del Sud ritiene che si dovrebbe denunciare (valore superiore alla media nazionale, che e’ il 58,4%), mentre il 41% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato piu’ elevato rispetto alla media nazionale, pari al 33,6%). Il 20% delle imprese del sud e delle isole ritiene, inoltre, che nell’ultimo biennio la qualita’ della vita nei centri urbani sia peggiorata, mentre la media nazionale e’ il 19,9%.

Quanto al degrado urbano, il 45,3% degli imprenditori del sud intervistati ritiene degradati i centri di piccole dimensioni (comuni con meno di 10 mila abitanti). Dato decisamente superiore rispetto a quello nazionale, che e’ il 27,9%. Rispetto ai centri piu’ grandi, comuni cioe’ con piu’ di 10 mila abitanti, il 54% delle imprese del sud considera degradate le periferie (il dato nazionale e’ il 47,1%), mentre il 33,3% giudica degradati i centri storici (dato nazionale 21,6%). Secondo le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio, almeno 30 mila imprese del commercio, della ristorazione e della ricettivita’ sono oggi ad elevato rischio di usura. L’illegalita’ costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi, sempre sul piano nazionale, quasi 31 miliardi di euro e mette a rischio circa 200 mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto e’ pari al 6,3%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 8,7 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione 4,8 miliardi, la contraffazione 4,1 miliardi ed il taccheggio 4,3 miliardi. Gli altri costi della criminalita’ (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6 miliardi e i costi per la cyber criminalita’ a 2,8 miliardi.

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