Non c’è unanime visione, tra maggioranza e opposizione del Consiglio regionale, sulla proposta di riorganizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente. E’ questo quanto emerge dal dibattito sulla proposta di legge, di iniziativa della Giunta regionale, che mira alla costituzione di un unico ambito territoriale ottimale regionale, sia per il servizio idrico integrato, sia il servizio di gestione dei rifiuti urbani, con la contestuale istituzione di un unico Ente di governo.
“Una legge con una impostazione fuori strada e fuori del tempo – afferma Amalia Bruni (Misto) – che si è richiamata alla direttiva europea n. 851 del 2018 in riferimento alla quale c’è da constatare la totale inadeguatezza dei metodi utilizzati da questa maggioranza, che continua a lavorare di fretta, optando per soluzioni tampone che di certo non possono risolvere il problema dei rifiuti e che soprattutto rischiano di essere obsoleti alla luce di un progresso scientifico e tecnologico che arriva, per fortuna, indipendentemente da tutto”.
A seguire Ernesto Alecci (Pd) che criticando l’impianto della normativa, ma non rifiutando la prospettiva di una gestione unica regionale dei settori, ha rivolto al presidente Occhiuto l’invito “a prenderci un po’ di tempo per fare di questa legge – ha detto – una sfida coraggiosa e non una deriva autoritaria”. E di “errore di metodo” ha parlato Davide Tavernise (Movimento 5 Stelle), che nel corso di una accurata disamina ha annunciato la presentazione di alcuni emendamenti “che in assenza di accoglimento ci costringeranno – ha anticipato – ad esprimere il nostro voto contrario”.
Di opposto avviso Pasqualina Straface (Fi), che dai banchi della maggioranza, soffermandosi su alcuni aspetti salienti e innovativi della proposta, ha invitato il Consiglio “a prendere in considerazione questa proposta, con un voto unanime”, mentre “un invito a riflettere per superare l’approssimazione di questa legge, scopiazzata dall’Emilia Romagna, fatta in fretta, nella quale si prevede di risuscitare la So.Ri.Cal.” è venuto dal consigliere Domenico Bevacqua (Pd). Per Pietro Raso (Lega) la giunta regionale con la proposta all’esame del Consiglio “ha messo la faccia su un problema storico della Calabria” ha affermato ricordando la “fase di emergenza in cui si trovano i due settori e le criticita’ che li riguardano, che sono sotto gli occhi di tutti”.
“E’ presente una tendenza politica ben evidente – ha sostenuto Antonio Lo schiavo (Lista De Magistris) – keynesiana e liberale, con intervento molto forte dello Stato, della Regione, degli Enti Locali nell’economia. Una impostazione politica ben precisa che intende accentrare ruoli e funzioni alla Regione e in particolare al presidente della Giunta regionale”.
“Legge mutuata ad altri ambiti che avrebbe dovuto essere calata nella situazione di contesto”, secondo Ferdinando Laghi, capogruppo Lista De Magistris che ha chiuso il dibattito sulla riorganizzazione dei servizi locali ambientali. “Nella legge – ha detto Laghi annunciando voto contrario – ci sono delle enunciazioni di principi pienamente condivisibili, come acqua e sviluppo beni sostenibili comuni, economia circolare, ma poi – ha affermato – gli elementi operativi contrastano con queste enunciazioni”