Reggio al bivio. Naccari: “12 anni di black out, Falcomatà candidato per atto di generosità”

naccaridemetrio14ottdi Anna Zaffino - E' stato il grande accusatore di Giuseppe Scopelliti. Dalle sue denunce, e da quelle del suo compagno di partito Seby Romeo, è partito il processo denominato "Caso Fallara" dal nome della dirigente comunale morta suicida nel dicembre 2010, dopo aver ingerito una dose letale di acido muriatico. Da lì la "caduta" politica di Scopelliti, condannato (da Governatore, ma per fatti commessi da Sindaco di Reggio), in primo grado, a 6 anni di reclusione per abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. Demetrio Naccari Carlizzi, avvocato, è stato vicesindaco della Giunta di Italo Falcomatà, e nel 2001 Sindaco facente funzioni, dopo la morte del Primo Cittadino della "Primavera di Reggio". L'anno dopo è stato candidato a Palazzo San Giorgio, ma sconfitto da colui che venne alla ribalta come creatore del cosiddetto "Modello Reggio". Numerose le sue esperienze in Regione, dove attualmente è consigliere. E' sposato con Valeria Falcomatà, figlia di Italo e sorella del candidato a sindaco del centrosinistra, Giuseppe Falcomatà.

Attualmente è coinvolto nella vicenda che ruota attorno alle presunte irregolarità sul concorso interno al reparto di Dermatologia degli Ospedali Riuniti di Reggio, per avere, secondo l'accusa, favorito sua moglie, medico. "Il posto è mio e lo devo vincere" sarebbe la frase pronunciata da Valeria Falcomatà, diventata poi un vero e proprio tormentone. Smentisce tutto Naccari, rivelando per la prima volta che: "E' dimostrato da una perizia della Procura della Repubblica che mia moglie non ha mai detto 'il posto è mio". Recentemente il consigliere regionale è balzato alla ribalta delle cronache anche per essere stato intercettato dalla Procura per delle frasi nei confronti del giornalista Michele Inserra che si è occupato approfonditamente del caso "Riuniti": "Si venderà gli organi, si venderà...si venderà un piede, hai capito?". Tuttavia il consigliere regionale minimizza.

Sollecitato dalle domande, Naccari bacchetta i suoi avversari politici che ormai "abbaiano alla luna". Dalle sue affermazioni, traspare una forte convinzione sulla fiducia che i reggini accorderanno a suo cognato, sottolineando altresì, tra le righe, anche l'inconsistenza del centrodestra. Più volte commenta i passi falsi dei fautori del "Modello Reggio", andando anche a ritroso a quando Scopelliti sarebbe stato in preda a una sorta di "delirio logico". Per Naccari, dopo quello che chiama il "black out degli ultimi 12 anni", per Reggio si può aprire una nuova fase, perché vede nella nuova generazione (quella di suo cognato) una sorta di panacea per risolvere tutti mali che affliggono la città.

Il 26 ottobre sarà il momento della verità. Reggio torna alle urne dopo due anni di commissariamento e dopo un decennio di Modello Reggio.

Ci sono stati 12 anni di black out in città, dal 2002 ad oggi. Non bisogna, però, separare la fase Scopelliti da quella dei commissari, perché la seconda è solo una conseguenza del disastro amministrativo della prima. Una certa propaganda accusa la gestione della Terna, tentando – con una finzione – di far credere che prima del suo insediamento Reggio non avesse grandi problemi. Non è così, loro si sono ritrovati a governare una situazione già drammatica, una montagna di debiti, lo scioglimento di alcune società miste, e soprattutto l'assenza di risorse per dare risposte alle esigenze della città. Lo stesso Dattola, con il suo slogan 'Riparire', ammette che Reggio fino ad oggi è stata ferma e ripiegata su se stessa. Significa che anche il centrodestra ne è cosciente.

Tranne Daniele Romeo, però, che parla dell'esigenza di partire dalle basi del Modello Reggio.

Ma lui appartiene alla categoria degli innamorati e dei nostalgici (di Scopelliti e del Modello Reggio, ndr). A un innamorato non si possono fare degli apprezzamenti sulla fidanzata e sull'oggetto del suo desiderio. L'innamorato coglie acriticamente tutti gli spetti positivi e ne fa un giudizio di natura personale. Romeo, peraltro, appartiene a una cultura politica, quella del Movimento Sociale Italiano, improntata sulla nostalgia della gestione e della guida del Duce. Loro hanno nostalgia del passato, indipendentemente dal fatto che ci abbia portato o meno alla guerra. Questa visione da un lato ci aiuta elettoralmente, perché non può essere condivisa da nessuno, ma, dall'altro, ci crea dei problemi, perché ci consegna un'opposizione che è fatta di persone che si ostinano a non voler leggere la realtà. E siccome il risultato di un'amministrazione è un confronto, è evidente che se ci si confronta con qualcuno che è cieco rispetto alla realtà non ne possiamo ricavare alcun contributo utile.

A questo proposito, li ha visti gli opuscoli "Il Grande Imbroglio" che tirano in ballo anche voi del Pd, oltre che delineare una sorta di complotto ai danni di Scopelliti. Che ne pensa?

Il Grande Imbroglio appartiene a un genere satirico fumettistico più che politico, è una sorta di commedia all'italiana. Vede, quando le dicevo che Romeo è legato a una cultura di destra, è perché durante la guerra, anche Mussolini sosteneva che ci fosse un complotto pluto - giudaico massonico, parlava dei nemici dell'Italia. Si parlava della Perfida Albione quando ci si riferiva all'Inghilterra. Anche allora si addebitava la situazione triste del Paese all'incidenza di questi nemici che dall'interno minavano il grande progetto di cambiamento rappresentato da Mussolini. E' 'per questo che trovo Daniele Romeo perfettamente coerente.

Significa che si aspettava questi passi da parte del centrodestra?

In questi anni da parte loro c'è stata un'assoluta indisponibilità a qualsiasi confronto e contributo dall'esterno, e hanno portato la città al disastro finanziario. Possono anche continuare a negare, se ci pensa ci sono anche coloro che negano l'Olocausto e si chiamano negazionisti. Ecco, loro si inseriscono in questo filone storico. I cittadini di Reggio possono anche leggere quella ricostruzione fumettistica (Il Grande Imbroglio, ndr), ma sanno bene che il Comune per non dichiarare il dissesto, che secondo la Corte dei Conti già c'era da alcuni anni, ha dovuto firmare due Piani di Rientro con due mutui, uno a dieci anni e l'altro a trenta. Per un totale di circa 300 milioni di euro. Di cui 109 di soli interessi passivi. Non dimentichiamoci che Cuzzola fu un dirigente che giurò su Dio che il bilancio comunale non era falso, una delle affermazione più risibili che si siano mai sentite. Si sono canalizzati i soldi verso spese di rappresentanza, acquisto del consenso e altro. Intanto si accumulava il debito enorme che adesso abbiamo iniziato a pagare, vedi la Tari, la Tarsu lo scorso anno o il canone idrico. Un peso sulle spalle dei cittadini. Elettoralmente parlando, mi può anche fare piacere che ci sia qualcuno abbaia alla luna e che parla di cose che non esistono. Purtroppo, però, siamo noi a pagare. Peraltro, la città è in ginocchio sul piano economico. L'edilizia pubblica è ferma e il centrodestra è riuscito a fare il miracolo di bloccare anche quella privata, con una gestione dell'ufficio urbanistica a dir poco immobile. Ad averceli degli avversari così...

Ha appena detto "ad averceli avversari così", quindi crede che Falcomatà abbia la vittoria in tasca?

No, io penso che Giuseppe si sia candidato per un lavoro molto duro, che non è solo quello di convincere l'elettorato che, secondo me, vede in lui un giovane molto in gamba e con una grandissima preparazione amministrativa. Giuseppe, fra master, dottorati di ricerca, laurea specialistica e la scuola di specializzazione in amministrazione pubblica a Bologna, ha una solidissima e invidiabile preparazione culturale e amministrativa. La grande sfida sarà governare la città. D'altra parte se il centrodestra ci avesse creduto, probabilmente, avremmo visto altri candidati in campo.

Chi?

Non lo so, ma è evidente che Dattola in qualche maniera ha fatto parte del sistema di governo e di potere della città in questi anni. E'già stato candidato nel 2001, ottenendo il 3 per cento. Vede, oggi candidare una persona di una certa età contro un giovane, al di là di ogni valutazione di merito e di qualità, è già una scelta non producente e ce lo dicono i sondaggi. Ricordo che quando denunciavo che le imprese a Reggio non venivano pagate con i lavori fatti con fondi vincolati, Dattola mi rispondeva che il problema era la crisi mondiale: sempre quello schema mentale dello scaricare all'esterno le responsabilità.

Scopelliti sembra muoversi dietro le quinte dopo che lei ha contribuito a estrometterlo dalla scena politica, considerando che la condanna nel Caso Fallara è arrivata in seguito alla sua denuncia.

Scopelliti è un personaggio politico. Ha tentato di dare una lettura quasi personalistica del nostro confronto. Dopo anni di proposte e interventi inascoltati, miei e di una parte dell'opposizione, cosa sarebbe successo a Reggio  se non avessimo interrotto quel percorso? L'errore di Scopelliti è stato quello di non accettare un confronto democratico. Lui è frutto della cultura fascista, anzi no, di una squadrista di sopraffazione e vuota di contenuti. E in quest'ottica, è diventato prigioniero del cosiddetto delirio logico. In psichiatria è il delirio di chi, ad un certo punto, vive una dinamica in cui il suo ragionamento al proprio interno fila, ma quando va all'esterno si rivela un deliro. Scopelliti non ha mai accettato le proposte, i warning e le analisi che noi gli abbiamo posto e ha portato la città al disastro. A quel punto noi, dopo tanti tentativi di confronto, abbiamo mandato le carte alla Procura: se non fossimo intervenuti il debito sarebbe diventato più grosso e i cittadini avrebbero pagato di più. Nel 2007, per esempio, ho mandato una lettera riservata a Scopelliti per dire di non aggiudicare una gara del Contact center perché avevo verificato che c'erano gravissime ingerenze. Parliamo di un milione euro. Poi fu aggiudicata. C'era una deputata, la Rossi, l'azienda mi pare fosse del marito...

Non glielo poteva dire quando lo incontrava, anziché mandare una lettera?

I nostri rapporti erano molto deteriorati perché non c'era da parte sua l'accettazione del confronto, credo sia un pregiudizio di natura culturale e antropologica.

Il centrodestra ha sempre detto il contrario, cioè che siete voi a non aver mai fatto proposte concrete, lasciandovi andare solo a critiche nei confronti degli avversari.

Ma quando mai. Sin dal 2003 abbiamo fatto interventi in Consiglio comunale sul bilancio, perché già si vedeva una certa impostazione. Abbiamo sempre segnalato tutto, ma in loro forse c'era anche un deficit di cultura amministrativa.

Lei c'era allora. Possibile che Scopelliti non avesse idea dei conti disastrati del Comune? La sua difesa è basata anche su questo punto...

Abbiamo più volte avvertito Scopelliti della situazione, con interventi che sono agli atti. Ho un certa ritrosia a intervenire su questo perché ora ha un processo di appello e non voglio entrare in certe dinamiche se non per quello che ho già fatto e di cui mi sono assunto la responsabilità. Sono stati pubblicati da alcuni giornali gli accorati appelli di Fallara agli scopellitiani, tra cui Zoccali,'Aiutatemi perché lui regala soldi a tutti e sta rovinando il bilancio', per cui tali appelli hanno smentito alla radice la costruzione del Duce ignorante che non si cura dei fatti della gestione. Questi atti non hanno fatto parte del processo, non so perchè. E' stato un errore scaricare le colpe e dire che Scopelliti non aveva conoscenza di nulla. Queste, in ogni caso, sono questioni della difesa.

Avete davvero brindato al commissariamento. Lo volevate davvero?

Io non ho brindato, non sono un grande amante della bollicine, per cui è impossibile che io lo abbia fatto.

Lei ha sempre parlato di dissesto di fatto. Lo avrebbe voluto?

Non sono io a sostenere che il Comune era in dissesto. Non volevo il dissesto, è stato il centrodestra a produrlo, io affermavo semplicemente di riconoscerlo per non farlo ricadere sulle spalle dei cittadini.

Ma la decisione della Corte dei Conti è stata un'altra...

La Corte ha detto che il Comune era decotto. Poi, una legge successiva ha introdotto la figura dei contorni incerti del pre – dissesto, consentendo di bloccare la procedura di dissesto. Così, con un pronunciamento generosissimo della Corte dei Conti nazionale, si è deciso di non procedere alla dichiarazione di un dissesto già nei fatti. Il pre-dissesto è il dissesto delle famiglie, viene caricato sui cittadini con un Piano di Rientro decennale, cui si somma un Piano trentennale per pagare i debiti per le imprese. E i debiti sono di 300 milioni di euro, per quanto fino ad ora accertato. Tuttavia, c'è ancora una grande mole di debito che non è stata riconosciuta e che lo sarà nei prossimi anni.

Andando sul concreto, può spiegare come tutto questo potrà ricadere sulle spalle dei cittadini?

Con il dissesto le tariffe vanno al massimo per 5 anni, con il Piano di Rientro le avremo per trent'anni. Il centrodestra continua a giocare sul fatto che la maggior parte dei cittadini non è esperta di contabilità, tuttavia ogni qual volta i reggini pagano le tasse sanno bene che l'anno prima avevano pagato la metà, e così anche l'anno ancora precedente. Non è un buon servizio alla città quello di negare cose che si toccano con mano. Ancora oggi se ne escono con quei librettini pornografici.

Tra le tante questioni da risolvere ci sono i casi delle società miste Leonia e Multiservizi e la questione dell'intera società a capitale pubblico Atam. Che azioni dovrà intraprendere il nuovo sindaco?

Guardi, Arena è stato amministratore dell'Atam per tanti anni, ed è imbarazzante che si cerchi di negare le sue responsabilità. Il Comune è socio unico dell'Atam e quindi è illimitatamente responsabile: questo è un altro pezzo del debito che non è stato riportato nei Piani di Rientro. Io avevo tentato di salvare l'Atam, dando un milione di km in più e circa 20 autobus finanziati dalla Regione.

L'assessore Fedele dice il contrario...

Ma Fedele si è accorto dello spostamento di uno svincolo del Comune in cui suo fratello era sindaco solo dopo che l'hanno inaugurato. Questo la dice lunga su come sia attento al problema dei trasporti. Fedele può dire quello che vuole, ci sono atti amministrativi. Chieda alla segretaria dell'Ugl e si faccia dire quello che ho fatto io per l'Atam, dovrebbero spiegarci, invece, cosa hanno fatto loro...

E sulle miste? Le azioni da intraprendere?

Multiservizi andava sciolta prima, e prima di farlo bisognava salvare il valore aziendale e i dipendenti, facendoli passare ad un altro soggetto che bisognava creare ad hoc. Non averlo fatto ha comportato la condanna per i lavoratori che oggi attendono la costituzione della nuova società. Chissà quando entreranno e con quali procedure. Oggi è chiaro che siamo impegnati a trovare una soluzione sia per il servizio sia di natura occupazionale.

La decisione della creazione di tali società avvenne quando lei era sindaco f.f. Anche in quegli anni la 'ndrangheta avrebbe messo le mani sulle società, non solo con Scopelliti...

Guardi, bisogna distinguere tra mala gestio e infiltrazioni. Per il primo punto le cito un esempio. Quando abbiamo fatto la gara per il socio della Leonia abbiamo consentito che i privati facessero una proposta anche per la raccolta differenziata. La proposta è stata fatta per 850 mila euro di costo annuo, mentre nei mesi di insediamento di Scopelliti è stata aggiudicata a 3 milioni e 800 mila euro. Questo delta negativo l'abbiamo pagato noi cittadini con la bolletta di ogni anno. Cosa c'entra Naccari? Le società miste sono uno strumento che funziona in tutto il mondo se gli strumenti non vengono utilizzati male. Sulla Multiservizi, la gara che abbiamo fatto noi l'ha vinta la famiglia Agnelli, la Fiat. Da noi l'amministratore delegato della società era un capitano dei Carabinieri. Poi, con il centrodestra, la gestione è cambiata, ma non sto dando la colpa all'infiltrazione, perché sono fatti che competono ad altre autorità. Ma mi pare puerile citare noi. Non è colpa di Naccari se Arena, che è uno specialista del settore, ha sciolto la società e ha gettato in mezzo la strada le persone. Non è corretto sul piano professionale, prima ancora che personale, dire queste sciocchezze. Sulle infiltrazioni, invece, la pressione criminale purtroppo è soffocante come a Milano e a Stoccolma.

"C'è a chi appena nato gli è stato detto tu devi fare il sindaco, tua sorella il medico, tuo cognato il consigliere regionale, meno male che è una famiglia piccola altrimenti avrebbe sistemato più persone". E' Dattola a dirlo. E non il solo a pensarlo. Si parla delle sue possibili ingerenze qualora vincesse Falcomatà, oltre che dell'inesperienza di suo cognato.

Dattola è molto impegnato in una distribuzione di malignità, piuttosto che di proposte. Penso che sia un suo modo d'essere. Credo che ci sia poca lucidità, non si può fare una campagna solo di denigrazione. Si accusa Falcomatà di essere troppo giovane, ma a mio avviso è un grande autogol perché oggi la gente tende a premiare i giovani, chi possiede saperi contemporanei, nati con le nuove tecnologie. Noi ringraziamo il centrodestra perché dire che Falcomatà è giovane è un complimento: significa che abbiamo voluto puntare sul futuro. Il centrodestra fa altri due autogol nel momento in cui afferma 'è il figlio di o il cognato di'. Perché si parla del figlio di Italo, quindi si evoca l'ex sindaco della 'Primavera di Reggio'. Giuseppe, invece, con molta dignità e decoro non sta facendo una campagna fondata su suo padre. Sarebbe anche legittimo che rivendicasse una grande tradizione familiare di servizio alla città. Penso che molti lo possano votare basandosi sul fatto che la formazione che ha ricevuto dalla sua famiglia sia una garanzia. L'altro autogol che fanno è che chiamano in causa anche me. Non capisco come si possa immaginare che il fatto di avere un cognato che è stato vicesindaco della più grande esperienza di governo della città, e una delle più note del Mezzogiorno (la Primavera di Reggio, ndr), possa essere un elemento di indebolimento. Ho servito Reggio con decoro e con risultati apprezzati da tutti, dentro e fuori la città. Inoltre, mio cognato è protagonista autonomo della sua esperienza, l'ha costruita con molto impegno e sagacia, è partito dalla circoscrizione e poi ha fatto il consigliere comunale. Tutto questo mi pare sia un tentativo di buttarla in polemica per chi sa di essere molto lontano dei sondaggi.

"Ho sottoposto il programma di Falcomatà ad un esperto della Bocconi, mi è stato risposto che è molto bello, ma per realizzarlo servono 70- 80 miliardi di euro". Ad affermalo è stato ancora una volta Dattola...

Mi dispiace che il dibattito cittadino non sia fatto di proposte e mi preoccupa che il candidato, da anni presidente della Camera di commercio, abbia bisogno di far vedere il programma da un esperto per pesarlo. Se deve esternalizzare la competenza e analizzare i programmi, vuol dire che evidentemente non si sente sicuro. E' lui che non è pronto a fare il Sindaco.

Che giudizio ha delle liste a sostegno di Dattola? In Ncd mancano nomi importanti e alcuni fedelissimi di Scopelliti sono candidati in altre liste.

Se ci limitiamo a un'analisi numerica, ci sono 4 o 5 liste che non sono complete. Addirittura non è completa la lista dello stesso Dattola che ha candidato il genero e la nuora per arrivare a 22 -23 nomi. Per carità, la nuora la conosco, è una ragazza in gamba che potrà dare un contributo anche superiore a quello del suocero. Però, sul piano numerico, Dattola non è riuscito a completare la lista che porta il suo nome. E' evidente che non ci sia stato un grande movimento di opinione che si sia ritrovato sulla sua candidatura.

Parlando, invece, delle liste del centrosinistra, c'è il caso Roccella...

Guardi i candidati a sostegno di Falcomatà sono circa 400. Io quando ho sentito il nome Roccella non sapevo chi fosse. Controllare tutti i nomi è un onere soprattutto dei segretari dei partiti. Falcomatà, inoltre, deve fare una negoziazione con i titolari delle liste e i segretari dei partiti, quindi non è facile. Ciò che è successo è fatto spiacevole, ma è logico immaginare che se Falcomatà avesse avuto conoscenza di alcuni fatti li avrebbe rappresentati.

Lei ha mai pensato a candidarsi come sindaco?

No, per la verità no. Perché ormai il mio impegno è su base regionale. L'idea di fare ripartire Reggio la vedo come un impegno collettivo, che deve attraversare più livelli istituzionali. Reggio, in questi anni, non ha avuto un sostegno da parte della Regione come meritava una città in prospettiva Metropolitana. Oggi di Città Metropolitana c'è solo un cartellone appena si arriva a Reggio.

Scopelliti ha sempre detto il contrario, parlando del trasferimento di risorse per Reggio...

Beh, Scopelliti ha citato sempre numeri, ma per lui la matematica non è una scienza esatta, questo oramai è certificato dalle autorità competenti. Ha sempre riferito di numeri, ricostruzioni fumettistiche anche in questo caso. Il dato vero è che lui ha mandato qualche risorsa a Reggio per consentire il prolungamento di questa situazione di stallo e per pagare gli stipendi. Questi fondi sono stati utilizzati soltanto per tappare i buchi della sua gestione, è stato un modo per salvare se stesso sul piano amministrativo, non per aiutare la città. E lo vediamo dalle grandi opere. Ha sempre accusato me nel 2009 di avergli dato poco tempo, poi ha governato lui, sia come presidente della Regione, sia con un suo dante causa come Arena e, nella sostanza, siamo rimasti nella condizione in cui persino il tapis roulant è spento. Governare il territorio vuol dire qualcosa di molto più serio che pensare di fare qualche elargizione per il proprio tornaconto.

E Oliverio o la Ferro potranno dare un contributo a Reggio?

Sono due amministratori che hanno la consapevolezza che governare non è qualcosa che può andare avanti in base alle simpatie, ma deve essere basata sulla scienza dell'amministrazione.

Riguardo alla vicenda giudiziaria in cui è coinvolto, quella del concorso all'Ospedale, e il caso Inserra, si sente perseguitato o vittima di un enorme errore? Pensa che tali situazioni possano nuocere sulla corsa di suo cognato?

Non capisco che tipo di legame ci possa essere con Giuseppe. L'esposizione mediatica che è stata data a queste cose è funzione della propaganda che ne ha fatto un certa parte politica che l'ha strumentalizzata e abusata. Le dico una cosa nuova che non ha scritto nessuno perché io non ho voluto commentare nel passato, ma lo faccio adesso. E' dimostrato che quella frase ("Il posto è mio", ndr) attribuita a mia moglie, lei non l'ha mai pronunciata, e non l'ho dimostrato io, l'ha dimostrato la perizia della Procura della Repubblica, non da me richiesta. Semmai, è stato improvvido che quella frase sia stata scritta in un avviso di garanzia senza prima verificarlo. Sulla frase che ho pronunciato su Inserra ("Si venderà gli organi, si venderà...si venderà un piede, hai capito?" ndr) parliamo di uno sfogo telefonico privato, fatto dopo aver verificato per l'ennesima volta la pubblicazione di una frase falsa messa in bocca a mia moglie. Mi permette che ero molto arrabbiato? Io aspetto di essere risarcito dalla Procura su un'operazione su cui io non ho fatto polemiche, non mi sono mai difeso. Comunque è stata una frase infelice ci mancherebbe, sono io il primo a lo dirlo.

Quali sono le cose dalle quali Reggio non può prescindere per cambiare rotta?

Ci sono delle riforme a costo zero: una corretta architettura dei servizi e una moderna scienza dell'amministrazione possono portare a un miglioramento della qualità dei servizi che sono il primo problema del cittadino. Si pensi, per esempio, alla congestione del traffico, basterebbe coordinare alcuni orari di uffici e scuole. Il secondo problema è quello dell'economia, la crescita non si realizza con le chimere che in questi anni abbiamo visto. L'unico contributo alla città turistica l'ha dato il sottoscritto, con il Museo, perché è noto a tutti che è stata una mia precisa richiesta a Francesco Rutelli che era il mio capo corrente. Poi ci sono gli investimenti per consentire di avere ossigeno economico, investimenti che sarà possibile realizzare se avremo il governo nazionale e regionale fatto non di amici che elargiranno sulla base di un rapporto personalistico, ma di persone che credono nel progetto del riscatto di Reggio. Noi, come Regione, staremo vicini alla città.

A proposito di governo nazionale, c'è chi ha accusato Renzi di aver fatto solo passerella qui a Reggio...

A Renzi chiederemo una serie di cose che riguarderanno, per esempio, il Piano di Rientro e la legge sul pre-dissesto che è, ad oggi, ambigua e ha bisogno di alcuni aggiustamenti. Già la Regione ha messo in campo gli strumenti della nuova programmazione 2014- 2020. Il primo intervento che va fatto è nel settore della mobilità. Reggio ha bisogno di creare un sistema di mobilità metropolitano che può rappresentare un grande investimento sul piano economico e un salto di qualità. Invece, si sono spesi milioni di euro per il tapis roulant, una cifra enorme considerando che è sganciato da un sistema di trasporti più complesso.

Reggio al bivio. Quale futuro attende la città, vede buio o spiragli di luce?

Reggio non solo deve, ma ci sono tutte le condizioni perché risorga. E lo dico pur essendo consapevole della drammatica situazione contabile del Comune. Reggio potrà avere un governo di gente competente perché io vedo nella nuova generazione una dedizione, un servizio. Giuseppe, proprio per i motivi che impugna Dattola come limiti, cioè di essere parte di una tradizione di grandissimo servizio alla città, è un ragazzo che ha deciso di candidarsi al Comune quando poteva tranquillamente dire "Sono il figlio di Italo, candidatemi alla Camera". L'avrebbe potuto fare senza problemi scegliendo una strada più prestigiosa e semplice, invece ha fatto una scelta difficilissima, sconsigliato da molti, proprio per la situazione di difficoltà nella quale Reggio è impantanata. L'ha voluto fare per un atto di generosità. Accanto a lui ci sono persone giovani e meno giovani, gente che ha fatto parte dell'esperienza di governo di Italo e che poi si è avvicinata a lui.