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Dal Roland Garros a Wimbledon: cosa distingue i 4 Slam

Per un tennista professionista non c’è altro obiettivo che quello di realizzare un grande slam, cioè vincere nello stesso anno i quattro tornei più importanti della stagione: gli Australian Open, il Roland Garros, Wimbledon e gli US Open. Un’impresa per pochi, conquistata da una manciata di atleti nella storia del tennis moderno che però porta dritto nell’Olimpo di questo sport. Ma che cosa significa fare un grande slam? L’espressione trae le sue origini nel 1933 quando il giornalista americano Alan Gould importò il termine dal gioco del bridge, riferendosi alla possibilità per il tennista Jack Crawford di vincere i quattro tornei che già allora erano importantissimi. Insomma, significa accaparrarsi il punteggio più alto e da allora significa essere il più forte di tutti.

Australian Open

L’Australian Open è il primo torneo dell’anno e inaugura la stagione degli Slam. Si gioca a gennaio e partecipano i tennisti e le tenniste più forti del mondo. È nato nel 1905 e passando da Sidney a Brisbane, poi Adelaide, Perth e Hastings, trova la sua sede attuale a Melbourne, nell’impianto di Melbourne Park. Inizialmente il torneo si svolgeva sui campi in erba per poi passare, nel 1988, ai campi di cemento. O meglio non si tratta proprio del materiale composto da argilla e ossido di calce ma di un materiale sintetico le cui caratteristiche sono molto simili al cemento ma più elastico. Il nome tecnico è Plexicushion e offre una superficie molto veloce che dal 2019 viene realizzato dall’azienda Greenset Worldwide. Per comprendere la velocità si stima la velocità della palla partendo da un valore di 0.50 fino a 1.50. Questi nuovi campi fanno viaggiare la palla a un dato 1.27, quindi molto veloci.

Roland Garros

Tra maggio e giugno di ogni anno si gioca in Francia, a Parigi, il Roland Garros, ovvero gli Open di Francia. Un torneo nato nel 1891 che ha trovato la sua sede definitiva su dei terreni donati dallo Stade Français della squadra di rugby del Racing Club de France. L’unica condizione affinché fossero cedute le terre è che il torneo portasse il nome di uno dei suoi membri: l’aviatore Roland Garros morto durante la Prima Guerra Mondiale. Si gioca sulla terra battuta, che è un composto formato da argilla frantumata, pietra o mattoni. Ecco dunque perché il terreno ha il colore tipico di terra rossa. Contestualmente tra i vari tipi di superficie per tornei di tennis è quella più lenta, proprio per la consistenza della terra che attutisce il rimbalzo permettendo anche una maggiore facilità nel colpo. Allo stesso tempo però è una superficie che richiede un’ottima tecnica e soprattutto molta forza fisica.

Wimbledon

Nato nel 1877 il torneo di Wimbledon è l’evento tennistico professionistico più antico del mondo. Si gioca nell’All England Croquet and Lawn Tennis Club, un impianto enorme che conta 19 campi da tennis in aggiunta a quelli usati solo per allenamenti. Il torneo si gioca normalmente sei settimane prima del primo lunedì di agosto, ha una durata di due settimane ed è praticamente l’unico torneo dove è assolutamente richiesto un dress code per gli atleti, ai quali è chiesto di vestirsi interamente in bianco. La superficie di gioco è l’erba, caratteristiche che il torneo porta con sé sin dalla sua fondazione, ed è il campo più veloce del circuito. La palla, infatti, ha un rimbalzo variabile e basso, cosa che favorisce giocatori con determinate caratteristiche e per questo restringe il campo quando si tratta di stilare i pronostici. Se si considerano le quote sui papabili vincitori a Wimbledon spesso i nomi più quotati sono gli stessi, quelli degli atleti più adatti all’erba, a partire dal campionissimo Novak Djokovic. Per essere efficaci su questo campo, infatti, bisogna essere molto efficaci a rete e sfruttare tutta la potenza del servizio poiché la palla schizza molto velocemente sul terreno.

Us Open

Il tour degli Slam si chiude a fine agosto con gli US Open, torneo che si gioca fin dal 1881 e ha la sua sede attuale a Flushing Meadows, nel Queens a New York. Il terreno su cui si gioca è anche qui il cemento, come abbiamo visto una superficie acrilica, la cui velocità si colloca a metà tra la lentezza della terra battuta e la velocità imprevedibile dell’erba. Un campo che richiede poca manutenzione e che permette alla palla di avere un rimbalzo e una traiettoria prevedibile e regolare anche se veloce.

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