Torna in scena a Pizzo, giunto ormai alla sua settima edizione, il Presepe vivente.
Organizzato dalla parrocchia del Duomo di San Giorgio assieme al gruppo “Santa Marta”, il presepe vivente di Pizzo è un presepe a percorso che riprodurrà, per le vie del centro storico di Pizzo e, in particolare, del rione “Carmine”, l’atmosfera natalizia di Betlemme, tra antichi mestieri e storici personaggi. Si tratta di un presepe popolare, che vuole celebrare il Santo Natale attraverso il racconto della Natività, con l’obiettivo di coinvolgere in modo attivo i visitatori e di far rivivere le tradizioni locali.
L’evento, che si terrà il 26 dicembre dalle 15.30 alle 20.30, vedrà la partecipazione di tantissimi figuranti locali (nella veste di pastori, lavandaie, artigiani ecc. …) e si articolerà in 22 postazioni, che riprodurranno, ad esempio, il suq-bazar e la Reggia di Erode, botteghe e laboratori artigiani; insomma, anche arti e mestieri di un tempo, in specie quelli che hanno caratterizzato la storia locale. Sarà infatti immancabile una riproduzione dello spaccato della vita popolare di un tempo, con la messa in scena della famiglia pizzitana alle prese col gioco dell’antica tombola.
Una delle postazioni, in particolare, sarà curata e organizzata dalle ragazze e dai ragazzi di “Visioni in Lab”, che realizzeranno un suq-bazar, nel quale si potranno reperire prodotti e merci di vario genere: da tappeti e stoffe a spezie e beni alimentari di uso quotidiano. Prezioso il supporto e il contributo, per la fornitura dei prodotti alimentari esposti, del Supermercato Corigliano e della Intertonno s.r.l. (Tonno Sardanelli). I prodotti alimentari, terminato l’evento, saranno devoluti alla parrocchia di San Giorgio affinchè provveda al sostentamento dei bisognosi. Sulle ragioni della collaborazione e del supporto, gli associati di Visioni in Lab affermano: “il futuro ha un cuore antico, ed è per noi una preziosa opportunità, anche in occasione delle festività natalizie, contribuire a mettere in scena e valorizzare la storia di Pizzo e le sue tradizioni, al contempo fornendo un piccolo aiuto concreto a quelle larghe fasce di popolazione che vivono oggi in condizioni di serio disagio ed emarginazione sociale.”