Se è indubitabile che Tropea sia diventata ormai non solo icona distintiva della nostra terra ma anche parametro e metodo di misurazione per la replicabilità di un modello regionale di buon governo sia nel turismo dei borghi che in quello ovviamente balneare, l’obiettivo strategico e di medio termine che come squadra amministrativa e come città stiamo coltivando è quello di candidarci a diventare, già dal prossimo autunno ed in sintonia con la Regione Calabria, un laboratorio di riferimento euro-mediterraneo per la progettazione ed il confronto internazionale sulle politiche nazionali e territoriali per i turismi, tutti i turismi oltre quello balneare.
È quanto dichiara il Sindaco di Tropea Nino Macrì, ribadendo la soddisfazione per i numeri straordinari che stanno caratterizzando questa speciale estate 2022 ed annunciando l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di voler organizzare, attraverso il massimo coinvolgimento possibile di esperti, istituzioni e stakeholder europei nelle politiche turistiche e di marketing territoriale, in coerenza e nell’ambito del percorso virtuoso ed innovativo già tracciato dalla Regione Calabria e dall’assessorato al turismo, un grande forum annuale di confronto tra le principali migliori pratiche ed esperienze di governo locale in Europa e nel Mediterraneo.
Tropea – continua il Primo Cittadino – avverte ormai su di se tutto il peso di una grande responsabilità, come destinazione-immagine dell’intera regione, rispetto alle attese antiche ed alle rinnovate sfide di sviluppo turistico anzi tutto della nostra area di riferimento, ma della penisola regionale nel suo complesso. E come classe dirigente di uno dei borghi più belli d’Italia che dalla Calabria e dal Sud sta dimostrando che è possibile invertire destini e prospettive, cittadine e territoriali, non vogliamo sottrarci – spiega – ad un impegno più grande che oltre la capacità di programmazione è anche di riflessione e di costruzione culturale e manageriale delle nuove risposte istituzionali alla domanda internazionale di turismi, che sono tanti, diversi e fruibili 12 mesi all’anno e di cui – conclude Macrì – anche e soprattutto la nostra terra può e deve considerarsi pronta ad intercettare, per rafforzare lo stesso appeal balneare che resta ad oggi predominante, da qualificare su larga scala e da rilanciare con nuove narrazioni esperienziali.