“Il lavoro svolto in questi mesi per la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2027 ha sicuramente messo in moto anche energie positive che, con qualche sforzo in più, potrebbero comunque tradursi in nuovi progetti culturali e turistici. L’obiettivo rimane far diventare Reggio Calabria un vero punto di riferimento culturale del Sud Italia e del Mediterraneo”. Queste le parole di Saverio Anghelone, consigliere comunale e coordinatore cittadino di Noi Moderati Reggio Calabria.
In questi giorni si percepisce il generale rammarico per un’occasione sfumata che ha comunque messo in moto la città, avviandola su una nuova rotta che però , senza la vittoria del titolo Capitale della Cultura 2027, rimane troppo vaga e poco sostenibile.
“Credo – prosegue Anghelone – sia mancata una vera regia nella progettazione del dossier. Lo penso dopo aver letto quello di Reggio e dopo aver, forse come pochi reggini, sfogliato quello di Pordenone, per capire e comprendere i motivi di questa assegnazione. Chiaramente si evince il buon lavoro fatto da Tomaso Boyer a Pordenone, il progettista culturale che ha lavorato al dossier friulano, superando anche il dossier per Savona di Paolo Verri, un vero guru nell’ambito della progettazione culturale, famoso per aver portato Matera ad essere Capitale Europeo della Cultura”.
Il consigliere comunale sottolinea come “ora la sfida per il centro destra reggino sarà, vinte le prossime elezioni comunali, riproporre la candidatura per il 2030, dopo i due anni in cui per regolamento non si potrà farlo. Trasformare con il tempo questa delusione in un’opportunità, riflettendo su errori e criticità”.
Ma proprio ad alcuni non sarà sfuggito che nelle prime righe del dossier, anziché promuovere Reggio Calabria si parla quasi in negativo. Spulciando il mediocre dossier di Reggio si legge “le criticità nella città di Reggio Calabria sono principalmente di sistema e di tipo culturale, mentre risulta bene dotata dal punto di vista delle infrastrutture con la presenza di: porto, aeroporto, autostrada, aree destinate agli insediamenti produttivi, ecc., nonostante ciò non si riesce ottimizzare e calibrare un meritato sviluppo”. Non proprio un’esaltazione della cultura sul territorio e del relativo patrimonio. “Sarebbe a questo punto utile -conclude Anghelone – capire quanti fondi sono stati utilizzati, sembrerebbe maldestramente, per promuovere questa candidatura. A perdere è stato chi ha giocato questa partita, la vittoria di Reggio è solo rimandata. Guardiamo al 2030 per riscattare Reggio e il suo patrimonio culturale”.
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Reggio Calabria, Anghelone (Noi Moderati): “L’assegnazione a Reggio del titolo di Capitale della Cultura è stata solo rimndata”
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