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“Le sfide dell’intelligenza artificiale, prospettive etiche e bioetiche”: se ne è discusso a Reggio Calabria

Giovedì 24 ottobre, nella Sala Conferenze del  Museo Archeologico Nazionale nell’ambito della prima edizione del ciclo di conferenze “Radici”, ideato e coordinato dal presidente nazionale A.I.Par.C. dott.Salvatore Timpano, si è tenuto l’incontro a tema:

“Le sfide dell’intelligenza artificiale, prospettive etiche e bioetiche”.

L’incontro è stato introdotto dal dott.Timpano che preliminarmente ha rivolto al pubblico presente i saluti del dott.Fabrizio Sudano, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, e della prof.ssa Marianna Gensabella, Presidente della Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano di Bioetica.

La dott.ssa Emira dal Moro, Presidente FIDAPA sezione Morgana di Reggio Calabria,  ha omaggiato i relatori con un mazzo di fiori ed una medaglia commemorativa del Premio Nazionale Demetra 2024.I relatori hanno approfondito una tematica di grande attualità.

Il professore  Giovanni Merlino, Professore Associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni dell’Università di Messina,  ha dato vita ad  un excursus sulla “storia” dell’intelligenza artificiale dai suoi albori, risalenti alla metà del secolo scorso, fino ai giorni nostri, tra algoritmi e microprocessori.

Quindi, ha incentrato la disamina sul rapporto essere umano-macchina che ha caratterizzato il primo periodo,  il rapporto tra operatore e calcolatore, fino ad arrivare al rapporto macchina-macchina che permette all’elaboratore di autogenerarsi e crescere.

La professoressa Maria Laura Giacobello, Professore Associato di Filosofia Morale dell’Ateneo Peloritano, si è soffermata, invece, sull’aspetto prettamente etico riguardo l’intelligenza artificiale, accompagnando i presenti in un affascinante viaggio tra Icaro e Prometeo, Platone e il Golem, il tutto tra scenari fantascientifici oscillanti fra “2001 Odissea nello Spazio” e “Blade Runner”.

Il viaggio dentro l’ intelligenza artificiale ha consentito di stabilire che, al di là del progresso Tecnologico e  dei possibili e inquietanti scenari ,  è l’uomo che ancora occupa la centralità del Creato.

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