Domenica 24 marzo, alle ore 18, presso il Circolo Samarcanda di Via Emilio Cuzzocrea 11 a Reggio Calabria, il prof. Domenico Rosaci terrà la conferenza: “Celan, la poesia dell’antiparola”.
La notte del 20 aprile 1970 Paul Celan si toglie la vita gettandosi nelle acque della Senna, dal Ponte Mirabeau a Parigi.
Morì così cinquantaquattro anni fa uno dei maggiori poeti del ‘900, un poeta che delle parole ha sempre utilizzato la nudità del loro significare, rifiutando di asservirle all’ego umano, come è costume della società del nostro tempo.
Un poeta rumeno di origine ebraica, figlio di genitori ebreo-rumeni morti in un lager nazista e lui stesso sopravvissuto a un campo di concentramento, la cui lettura ancora oggi sconvolge, per potenza espressiva, la scena letteraria mondiale.
Una poesia ermetica e nichilista, quella di Celan, che scava nella parola per metterne a nudo i sentimenti, soprattutto quello del dolore, così provando a stabilire un nesso tra il linguaggio e quel silenzio dell’anima che tutto svela.
Morì così cinquantaquattro anni fa uno dei maggiori poeti del ‘900, un poeta che delle parole ha sempre utilizzato la nudità del loro significare, rifiutando di asservirle all’ego umano, come è costume della società del nostro tempo.
Un poeta rumeno di origine ebraica, figlio di genitori ebreo-rumeni morti in un lager nazista e lui stesso sopravvissuto a un campo di concentramento, la cui lettura ancora oggi sconvolge, per potenza espressiva, la scena letteraria mondiale.
Una poesia ermetica e nichilista, quella di Celan, che scava nella parola per metterne a nudo i sentimenti, soprattutto quello del dolore, così provando a stabilire un nesso tra il linguaggio e quel silenzio dell’anima che tutto svela.