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Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza la presentazione del saggio letterario “Leonzio Pilato”

Il prossimo 29 Dicembre sulle sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la presentazione del libro, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, su “Leonzio Pilato” dello scrittore e studioso Santo Gioffrè. Leonzio Pilato nacque a Seminara intorno al 1310. Discepolo di un altro grande monaco basiliano, Barlaam, Leonzio Pilato fu uno dei primi promotori dello studio della lingua greca nell’Europa Occidentale e fu anche il traduttore, su incarico di Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, delle opere di Omero in prosa latina. Grazie alle citate traduzioni diventò importante e conosciuto nei salotti culturali italiani. Fu maestro di greco di Giovanni Boccaccio e gli fornì, inoltre, il materiale per la sua opera Genealogia deorum gentilium libri, inerente la dinastia degli dei pagani. La figura di Leonzio Pilato è rimasta per secoli nelle tenebri in quanto i suoi manoscritti e le notizie su di lui sono rimasti nelle biblioteche o andate perdute. Per un lungo periodo rimase nell’oblio della memoria ed a far data dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso – grazie agli studi del prof. Agostino Pertusi, filologo ed esperto bizantinista che ne scopre le traduzioni autografe presso la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia – che  Leonzio Pilato riprende il suo giusto posto nella letteratura italiana. Nato a Seminara attorno al 1310, è stato il primo traduttore di Omero. Un fatto, questo, per il quale il concedersi un pizzico di orgoglio territoriale può essere ritenuto un vezzo giustificabile.  Sì, possiamo e dobbiamo dirlo: le opere di Omero, ma non solo quelle, sono state tradotte dal greco al latino grazie ad un calabrese. Sicché autori del calibro di Boccaccio e di Petrarca, fra gli altri, vi si sono dovuti rivolgere per ottenere versioni tradotte dell’Iliade e dell’Odissea. Ma Leonzio Pilato traduce anche Euripide ed Aristotele, ciò che ne fa e lo rappresenta come un grecista di elevato spessore culturale. Ed effettivamente egli stesso amava definirsi “Tessalo come il grande Achille” in quanto avvertiva forte il sentimento di attrazione e di appartenenza al mondo greco e alla terra che egli riteneva essere la sua patria spirituale e letteraria. L’importanza e il contributo di questo erudito monaco per la cultura italiana ed europea è dovuta anche al fatto che opera in un periodo storico nel quale la preziosa dimensione greca presente in Calabria stava per essere sciaguratamente annientata, relegata all’oblio, cancellata dalla furia degli Angioini. Leonzio Pilato, attraverso la sua penna, contrasta tale catastrofe e mantiene in vita il portato spirituale, filosofico, culturale, estetico della Grecia. Ciò contribuendo a fornire all’Occidente gli strumenti per poter ancora attingere a quelle fonti e porre così solide basi per l’Umanesimo. Allievo del vescovo e teologo Barlaam da Seminara – che gli trasmette la passione per la cultura greca e per i viaggi (girovaga dalla Calabria a Creta, da Firenze a Venezia, da Napoli a Siena, da Avignone a Costantinopoli) – Leonzio Pilato deve essere ricordato anche per aver ottenuto la prima cattedra di “litteras grecas” in Italia, grazie a Boccaccio che nel 1360 lo ospita a Firenze e provvede alla sua sistemazione presso lo Studium della città. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi nel corso della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” visionabile del prossimo 29 dicembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 29 dicembre.

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