«La Calabria continua ad essere esclusa dalla corsa per la Capitale Italiana della Cultura.
Tutto questo deve far riflettere, vista l’autorevolezza delle candidature finora bocciate. Le cronache sono piene di una Calabria che primeggia nella diffusione della sola cultura mafiosa. Non è così, è un messaggio profondamente sbagliato. La Calabria è terra anfimafiosa, ricchissima di risorse culturali che nulla hanno a che fare con la ‘Ndrangheta, di storia illustre che va conosciuta e valorizzata fino in fondo. Lo strumento antimafia più efficace è proprio quello che rende i tanti calabresi perbene orgogliosi delle proprie origini e diretti protagonisti del futuro della loro terra. La cultura del bene e del bello batterà la mafia ed è proprio nelle regioni a più alta densità mafiosa che si deve puntare su questi valori. Spero che la Regione Calabria faccia sentire forte la sua voce, candidando l’intera regione alla prossima selezione per la Capitale Italiana della Cultura». Lo ha dichiarato Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, alla richiesta del giornalista Klaus Davi di commentare l’esclusione delle calabresi Cosenza e Marcellinara dalla corsa al titolo di Capitale italiana della Cultura 2026.