“Nel puerile tentativo di screditare, denigrare e ridimensionare la giusta rabbia del Popolo reggino, alla Rivolta, nel corso degli anni, sono state appiccicate le etichette più disparate: «teppista»; «mafiosa» «fascista».A più di mezzo secolo di distanza, nonostante abbia rappresentato un evento di portata eccezionale, a differenza di chi si ostina a ritornare indietro ed in basso, c’è chi non si arrende ai luoghi comuni e continua ad indagare per individuare le motivazioni più vere che hanno spinto la città di Reggio e la sua provincia a ribellarsi ed insorgere contro lo stato, riuscendo a coinvolgere tutte le categorie e gli strati sociali – imprenditori, lavoratori dipendenti, operai, contadini, commercianti, liberi professionisti, sacerdoti, uomini e donne – subordinando le istanze di natura economica a quelle di ordine morale, culturale e identitarie”. Oggi, 14 luglio, nel 53° anniversario della Rivolta, partendo da tali considerazioni, le associazioni politico-culturali Centro Studi Tradizione Partecipazione e Reggio Futura, si ritroveranno presso il Lido Pepys, alle ore 18:00, per l’evento dal titolo “LA RIVOLTA DI UN POPOLO, L’IDENTITA’ DI UNA CITTA’”.
Dopo i saluti della Dott.sa Anna Maria Franco e dell’avv. Italo Palmara (Reggio Futura), moderati da Giancarlo La Monica – presidente del CSTP, interverranno : il Prof. Emilio Attinà, il Prof. Giuseppe Giarmoleo, il giornalista Peppe Caridi, Giuseppe Agliano, Nicola Malaspina e Roberto Pecchioli che presenterà il suo volume “Elogio dell’appartenenza”.
“Provando a riattualizzare la Storia della Rivolta, non si può fare a meno di affermare che, solo il grande senso di appartenenza, solo il radicato valore identitario, accesero quei sentimenti forti, quel vitalismo, quel volontarismo che spinsero sulle barricate una Comunità consapevole di appartenere ad una Storia ed un Destino Comune”