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Reggio Calabria, l’appello di Lorenzo Fascì: “Salviamo l’università per stranieri ‘Dante Alighieri'”

Riceviamo e pubblichiamo:

 

“Il Sud in genere – e la nostra città in particolare – è considerato una terra marginale, dove le occasioni di miglioramento sociale, culturale ed economico, sono molto rare e così sono rari i luoghi o momenti utili a valorizzare il nome di Reggio nel mondo (spesso purtroppo la nostra città fa notizia solo per fattori negativi).

Ebbene cosa fa un popolo lungimirante in queste condizioni? Fa di tutto per salvaguardare quei pochi tesori; quelle rare organizzazioni che fanno “il buon nome” (come suol dirsi nel senso comune). E tra questi “Tesori”, non c’è dubbio che Reggio rassegna la presenza dell’“Università per Stranieri”.

La Dante Alighieri è presente a Reggio da 40 anni: è stata istituita nel lontano 1984 con l’intento di diffondere la conoscenza della lingua e della cultura italiana e nel 2007, ha ottenuto il riconoscimento legale dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Basta leggere la didascalia che pubblicizza l’Università per rendersi conto di quanto sia importante l’“Università per Stranieri”. La Dante Alighieri “promuove con le proprie attività di didattica e ricerca la conoscenza della cultura della lingua e delle istituzioni politiche, sociali ed economiche dell’Italia, rivolgendosi con particolare attenzione al bacino del Mediterraneo: è impegnata nel progresso della conoscenza nell’attivazione di collaborazioni nazionali e internazionali con l’obiettivo di sostenere una maggiore integrazione dell’Europa con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo”. Scopo che, splendidamente, viene tradotto nel motto che contraddistingue la Dante Alighieri: “Un ponte per la storia e la cultura del Mediterraneo”. Infatti, per decenni, Reggio ha accolto centinaia di ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo. Non solo: la Dante Alighieri è 1 delle 3 Università per Stranieri esistenti in Italia e l’unica collocata nel Mezzogiorno.

Orbene, nonostante tutto, la Dante Alighieri oggi è morente; non ha più risorse economiche; a fine mese gli addetti (docenti, impiegati amministrativi), non sanno se riceveranno lo stipendio. Sembra incredibile ma è così. E il tutto sta avvenendo nel silenzio delle Istituzioni.

La Dante Alighieri per operare ha bisogno di risorse pubbliche; per questo qui, richiamiamo alle loro responsabilità Comune, Città Metropolitana, Regione, deputazione Calabrese in Parlamento e, non ultimo il Ministero dell’Università e della Ricerca e la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Si ha notizia che un mese fa (27 febbraio) il Rettore dell’Università ha ricevuto la visita della Senatrice Tilde Minasi impegnandosi a portare la crisi di UNI.D.A. all’attenzione del Ministro dell’Università e della Ricerca. Ma, a distanza di un mese, nessuna novità è arrivata e la Dante Alighieri continua l’agonia.

Nel frattempo, la Regione che aveva una occasione importante per dare un contributo positivo, ha scelto di creare i corsi di lingua italiana ai medici cubani presso l’Università di Cosenza; nonostante detti medici siano stati destinati agli Ospedali Reggini e nonostante a Reggio esiste una Università preposta a diffondere la lingua Italiana agli stranieri ed ha docenti qualificati proprio a tal fine.

Non vorremmo proprio che tale dislessica decisione sia stata pensata come l’occasione per immaginare una delocalizzazione della Dante Alighieri dalla nostra città verso altre realtà (Vedi Catanzaro). Se questo è l’immaginario politico che ha in testa la Giunta Regionale diciamo fermamente e decisamente: NO. La Dante Alighieri è nata a Reggio e deve rimanere patrimonio della nostra città.

La Dante Alighieri, insomma, ha rappresentato un momento di ricchezza culturale ed anche economica in quanto ha dato ossigeno alle realtà economiche locali.

Oggi che gli studenti non ci sono; ne sentiamo la mancanza e crediamo che tutti dobbiamo impegnarci perché l’Università riapra le porte e si possa risentire l’alito multiculturale giovanile; peraltro, per il rilancio della didattica, si potrebbero programmare corsi di studi misto: o in presenza o on line. Sistema già sperimentato in epoca COVID e che potrebbe divenire una prassi permanente.

Insomma, invece di annunciare la improbabilmente realizzazione del Ponte sullo Stretto, sarebbe utile ricreare “un ponte per la storia e la cultura del Mediterraneo” attraverso l’Università per Stranieri affinché continui ad essere, come lo è stato per decenni, emblema di una città aperta alle culture e che si ponga come ponte ideale tra l’Europa ed i paesi del bacino del Mediterraneo e non solo.

Promuoviamo una iniziativa forte dove la città faccia sentire forte e chiaro un messaggio alle Istituzioni: “salvare la Dante Alighieri”!”

Per il Coordinamento Provinciale

Lorenzo Fascì

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