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A Reggio Calabria, il Garante Marziale al tavolo della prefettura per i minori stranieri: “Si mettano in campo tutte le risorse possibili”

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha partecipato stamane al tavolo di lavoro indetto dalla prefettura di Reggio Calabria per affrontare il problema dei minori stranieri non accompagnati.

A margine dell’incontro il Garante ha dichiarato: “Ringrazio la prefettura reggina per avere voluto affrontare la spinosa questione dei minori che sbarcano sulle nostre coste, ponendo in evidenza la scarsità di strutture per l’accoglienza, dovuta per lo più alla mancanza di operatori che partecipino ai bandi. Dalla prefettura stessa alla magistratura minorile ed alla regione, dalla città metropolitana ai comuni maggiormente interessati dagli sbarchi, è emersa l’operosità delle istituzioni e la volontà di fronteggiare le problematiche in piena unità d’intenti, mettendo in campo tutte le risorse possibili”.

Per Marziale: “Altra criticità, che fortunatamente non rappresenta al momento connotazioni di emergenza, è data dal fatto che tra i tutori per minori stranieri non accompagnati si registra circa l’80% di indisponibilità degli stessi quando interpellati dal Tribunale per i minorenni, perché nel frattempo hanno spostato la loro residenza o per altri motivi. Ricordando che la Calabria, nel corso del mio precedente mandato, è fra le regioni che hanno individuato, formato e abilitato il maggior numero di tutori, quanto prima saranno indetti altri bandi giacché enti ed organismi di formazione si stanno già proponendo”.

“Un dato sul quale è importante focalizzare l’attenzione – continua il Garante – riguarda la fuga di minorenni, desiderosi di ricongiungersi ai propri familiari in altri Stati dell’UE ma comunque esposti a pericoli di svariata natura, e tale aspetto non riguarda soltanto la nostra regione”.

“Ai fini della comprensione del fenomeno – conclude Marziale – è bene evidenziare che l’età anagrafica dei minori migranti si è sensibilmente abbassata e le rotte di partenza sono mutate, dall’Africa del nord a paesi come Afghanistan, Siria e Pakistan”.

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