Il genio del futurismo non smette di stupire. L’artista reggino Umberto Boccioni, autore della scultura simbolo del futurismo Forme uniche della continuità nello spazio e di capolavori come La città che sale, “regala” al pubblico oltre quaranta opere inedite.
Ne parlerà nel giorno del suo centoquarantesimo compleanno, Alberto Dambruoso, professore di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, al quale si deve lo studio di questi ritrovamenti. Allievo del grande storico dell’arte Maurizio Calvesi, Dambruoso ha curato il catalogo generale dell’opera di Umberto Boccioni edito da Allemandi, è stato ideatore de “I Martedi’ Critici”, evento che ha coinvolto i maggiori artisti, galleristi e critici del panorama artistico internazionale, e, a Cosenza, ha curato il progetto di residenza artistica “Bocs art”, divenuto in breve tempo più grande d’Europa per numero di artisti coinvolti. All’incontro in Accademia nel quale illustrerà il peculiare percorso artistico di questo maestro del Novecento fino a quella che definisce la sua “sintesi sensoriale”, parteciperanno Piero Sacchetti, Irene Calabrò, Giuseppina De Marco, Marisa Cagliostro e Patrizia Giancotti.
Un bel modo per rendere omaggio a Umberto Boccioni, l’uomo che voleva “fissare le forme umane in movimento”, che con le sue folgoranti rappresentazioni dinamiche ha influenzato la pittura e la scultura del XX secolo, e del quale avremo persino l’opportunità di conoscere sue “nuove” creazioni, nella città che centoquarant’anni fa lo vide nascere.
L’incontro è aperto al pubblico fino a esaurimento posti.