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Riprende la programmazione delle conferenze al Museo. Martedì “Ifigenia in Tauride” con il CIS

Dopo il successo della mostra “Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa in Italia: un patrimonio europeo”, riprende al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria la programmazione delle conferenze scientifiche, nell’ambito degli eventi che accompagnano il Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace.

Il primo appuntamento sarà martedì 14 giugno, alle ore 17.30, per l’incontro promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria. Ospite della serata sarà la prof.ssa Paola Radici Colace, ordinario di Filologia Classica all’Università̀ degli Studi di Messina, nonché presidente onorario e direttore scientifico del CIS Calabria, che terrà una conferenza sul tema “Ifigenia in Tauride: utopia e distopia dell’emigrazione forzata di ieri e di oggi”. Introdurranno: il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, e la presidente del CIS Calabria, Loreley Rosita Borruto.

«Sono particolarmente grato al Centro Internazionale Scrittori della Calabria – dichiara il direttore del Museo, Carmelo Malacrino – per questa collaborazione, che dà prestigio al Museo. Così come ringrazio tutti gli enti e le associazioni del territorio per le sinergie che si stanno portando avanti nel segno di una condivisa attività culturale e che fanno del MArRC un luogo sempre più inclusivo e dinamico. Il successo della mostra sugli Itinerari del Consiglio d’Europa conferma l’interesse per la promozione e la valorizzazione dei paesaggi culturali, un sistema – conclude Malacrino – che dobbiamo assolutamente tutelare e strutturare, dandogli valore per lo sviluppo turistico della Calabria».

La conferenza della prof.ssa Radici Colace sarà̀ accompagnata da una video proiezione e porrà al centro dell’attenzione una delle ultime tragedie da Euripide, composta intorno al 414 a.C. prima di trasferirsi in Macedonia. Nell’opera l’azione scenica si svolge di fronte al tempio di Artemide in Tauride, nella Scizia, con protagonista Ifigenia, la giovane sacerdotessa figlia di Agamennone destinata a essere sacrificata alla dea per il successo della spedizione contro Troia.

«L’opera di Euripide si trasforma in un racconto utopico-distopico – afferma Radici Colace – nel quale da un lato l’Ellade viene vista e vissuta come utopia, terra meravigliosa in cui tutti i personaggi, pur animati da differenti punti di vista, vorrebbero ritornare, anche in una dimensione onirica; dall’altro la Tauride viene rappresentata come luogo inospitale, dove carnefici e vittime non desiderano rimanere per motivi egualmente forti, anche se diversi. La tragedia gode ancora oggi di una grande fama, manifestata non solo dalla ricca iconografia su reperti vascolari disseminati nei Musei, ma anche dalle riscritture per il teatro di prosa e lirico, con numerose rappresentazioni e messe in scena che – conclude – hanno continuato nel tempo a riportare sulla scena un problema che ancora oggi ci attanaglia: la non accettazione degli ‘stranieri’».

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