Il ruolo dei commercialisti nel Pnrr, quale anello di congiunzione tra istituzioni e imprese, chiamati non solo in termini di supporto alla gestione e rendicontazione dei progetti ma, soprattutto, alla consulenza strategica e selezione di strumenti efficaci per la realizzazione di questo percorso di crescita ed evoluzione. Questo, in sintesi, quanto discusso al convegno organizzato presso la propria sede, a Gioia Tauro, dall’Ordine e dall’Unione giovani commercialisti del circondario di Palmi, in virtù del fatto che la professione sarà quella più coinvolta nelle attività legate al Pnrr.
Al tavolo dei relatori – si legge in un comunicato stampa dell’Ordine dei commercialisti di Palmi – un parterre di tutto rispetto che ha salutato con entusiasmo l’elezione di Antonio Repaci nel consiglio nazionale di categoria. Seduti a fianco del presidente dell’ODCEC Palmi, Luciano Fedele, il presidente della Camera di Commercio di Reggio, Antonino Tramontana; l’ing. Domenico Vecchio, presidente degli industriali reggini; don Emilio Sponton, delegato vescovile per l’economia; il presidente del Comitato dei sindaci “Città degli Ulivi”, Francesco Cosentino. Relatore Carlo De Luca, componente della giunta nazionale UNGDCEC con delega alla finanza agevolata e fondi europei.
“Dobbiamo essere attori di questa realtà mutata in quanto ci troveremo di fronte a un importante cambiamento nel modo di svolgere la nostra professione, facilitando l’individuazione delle nostre competenze da mettere al servizio delle P.A. -ha aggiunto Fedele. Solamente attraverso attività di commercialisti preparati che sappiano proporre progetti adeguati e difenderne la corretta realizzazione le imprese e gli enti pubblici saranno in grado di sfruttare al meglio le risorse del Pnrr prevenendo le distorsioni e le inefficienze a garanzia di un corretto utilizzo dei finanziamenti e di un’efficace ed efficiente allocazione. Competenze professionali, codice etico e collaborazione interprofessionale -ha aggiunto- sono elementi fondamentali che rappresentano la centralità della figura del commercialista nel garantire sviluppo e crescita nel pieno rispetto della legalità e della sostenibilità”. Dopo i saluti del past president Repaci, del presidente dell’UGDCEC Pietro De Pasquale e di Francesco Scarano, presidente dell’Ordine di Locri, la parola è passata a Ninni Tramontana: “ci aspettiamo -ha esordito- che gli enti che stiamo sollecitando ci coinvolgano nella delicata fase di programmazione che nel nostro territorio non è ancora partita. Ci sono delle criticità come i processi autorizzativi che, nonostante le semplificazioni, potrebbero non garantire il rispetto dei tempi”. Per il presidente della Camera di Commercio, un’altra grossa criticità è il caro prezzi del settore edilizia, “per non parlare -ha rimarcato- della carenza di personale qualificato nei Comuni medio-piccoli in grado di predisporre la partecipazione ai bandi: a tal proposito, un accordo con gli enti con l’ordine potrebbe essere fondamentale”. Infine, Vecchio di Confindustria: “non dimentichiamoci che stiamo andando a prendere soldi a debito e questo dovrebbe portarci a essere ancora più responsabili. La mancanza di personale nei Comuni -ha affermato- è un fatto vero di cui nessuno se ne fa carico, anzi, fa molto comodo. Il Pnrr è un’opportunità importante e noi dobbiamo mettere in evidenza le nostre esigenze, come la
mancanza di infrastrutture, che è alla base di ogni processo produttivo. Credo che per non disperderla in tutti gli ordini professionali, commercialisti in primis, ci debba essere una forte specializzazione”.
Una parte considerevole dei fondi Pnrr, i 2/3, dovrà essere gestita dagli enti locali e ciò rischia di mettere a dura prova i sindaci, le amministrazioni e tutto il sistema che dovrà predisporre i progetti. È l’allarme lanciato da Cosentino per il quale l’apporto di consulenti esterni sarà fondamentale visto che i Comuni del comprensorio sono strutturalmente deficitari. “I nostri territori sono completamente a terra -sottolinea – manca anche la capacità programmatoria che per troppo tempo è stata relegata come una sorta di orpello”. Per il presidente del Comitato dei sindaci della Piana, perciò, o si ha la visione di quello che dev’essere o è una sconfitta in partenza. “Fondamentale per le sfide cruciali da affrontare -ha spiegato- è avere una visione condivisa tra diverse città, piccoli paesi, zone rurali, e una capacità d’investimento su sistema sanitario, scolastico, viabilità, su un’idea e percezione di identità culturale, su un investimento in legalità. Tanto quanto un confronto costante tra le diverse istituzioni, con un discorso privo di partigianeria e con l’apporto di Confindustria, Camera di commercio, degli ordini professionali e della Chiesa”. Chiesa che è presente e coinvolta nel Pnrr in modo vivo non di sussidiarietà ma di partecipazione attiva: parola del delegato vescovile Sponton: “ma per attuare piani così ambiziosi in una visione di rete ci vuole coraggio. Per noi, – precisa- punti nodali sono coesione e inclusione e ci aspettiamo che non rimangano progetti utopici: l’attenzione alle categorie più fragili vuol dire ampliare una cultura della società che si è persa. Occorre concretizzare anche infrastrutture sociali, ristrutturazione degli spazi domestici, servizio domiciliare, rivalutare la riqualificazione delle strutture confiscate alla mafia”. Fortemente voluto dalla diocesi, il progetto in ambito Pnrr “Job in progress” che cerca di progettare qualcosa di buono per i giovani: “il patto multisettoriale -ha concluso don Sponton– prevede anche l’attenzione ai luoghi di culto, con la messa in sicurezza e l’abbattimento delle barriere architettoniche per includere le categorie fragili”.