“La mostra e’ la celebrazione di un rientro di oggetti che appartengono a questa terra e che da questa terra sono stati traumaticamente sottratti per essere immessi nel mercato antiquario internazionali per la gioia di pochi”. Con queste parole Filippo Demma, direttore dell’Istituto autonomo dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, ha inaugurato oggi la mostra “Nostoi, rientri condivisi” organizzata proprio per rendere conto dell’imponente patrimonio sottratto nel territorio calabrese a mercanti d’arte e tombaroli negli ultimi anni grazie al prezioso lavoro dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone.
Diciassette reperti in mostra sono stati ritrovati nel corso delle indagini “Tempio di Hera” e “Achei”. “Oggi con questa esposizione abbiamo completato il processo iniziato con le indagini, continuato con il recupero dei reperti archeologici e la restituzione al museo di Capocolonna” ha detto il tenente Giacomo Geloso, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela del patrimonio culturale di Cosenza.
Tutti oggetti che dipingono un interessante scorcio delle principali produzioni ceramiche in territorio magnogreco e nel contempo dimostrano il grave danno che le attivita’ criminali di scavatori clandestini arrecano sottraendo alla collettivita’ elementi fondamentali per ricostruire la sua storia, informazioni che purtroppo non potranno piu’ essere recuperate, come e’ invece stato possibile con i reperti. All’inaugurazione della mostra, che rimarra’ aperta al pubblico con ingresso libero sino al prossimo 31 ottobre, ha partecipato il prefetto di Crotone, Franca Ferraro.