Nomen omen. Un calabrese a tutto tondo, dalle origini al cognome. E, in più, una passione viscerale per la musica che ha saputo assecondare coniugando al meglio talento e approfondimento, perché – è lui stesso a dirlo – “il talento non basta, occorrono anche lo studio e la caparbietà”. Sasà Calabrese, polistrumentista e cantautore originario di Castrovillari, ma cosentino a tutti gli effetti, è stato ospitato nella Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Mimmo Frammartino. L’organismo consiliare gli ha consegnato un doppio riconoscimento. Il primo, una copia della stauroteca donata alla città nel 1222 da Federico II in occasione della Consacrazione della Cattedrale, lo ha consegnato il consigliere Michelangelo Spataro. L’altro, Sasà Calabrese lo ha ricevuto dalle mani del Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca. Una targa con una inscrizione ben precisa: “al musicista talentuoso, figlio illustre della terra di Calabria, per la sua arte e per la grande capacità di dare lustro alla città di Cosenza”. Introdotto da Mimmo Frammartino, il musicista e cantautore si è raccontato dopo la visione di alcuni filmati che ne hanno testimoniato il successo a livello nazionale. Tra i video proiettati, un’intervista concessa prima della partecipazione al premio Fabrizio De Andrè dove è stato finalista e dove la sua performance è stata molto apprezzata dalla critica. Sasà Calabrese ne parla con un particolare orgoglio, al pari di quanto accaduto quando raccolse un altro importante riconoscimento, quando il suo bel disco “Conserve” entrò nella cinquina finale della Targa Tenco come miglior opera prima. La sua musica – è lui stesso ad ammetterlo – nasce dal desiderio di unire le sue radici calabresi ad una visione più ampia, che attraversa generi, linguaggi e confini geografici. Ha sempre creduto che la canzone potesse essere un luogo di incontro fra poesia, emozione e racconto civile. Negli anni ha avuto la fortuna di condividere il palco e importanti progetti con artisti come Mariella Nava e Anna Mazzamauro, collaborazioni che lo hanno portato nei più importanti teatri italiani e anche oltre i confini nazionali. All’estero ha avuto Il privilegio di esibirsi all’Istituto Italiano di Cultura di Atene e all’Università di Tallin in Estonia, mentre tra qualche settimana sarà a Barcellona, sempre insieme ad Anna Mazzamauro che accompagna spesso nelle sue tournée teatrali. Ma c’è un nuovo progetto discografico all’orizzonte, dopo “Conserve”. Ed è quello che sta mettendo a punto con la supervisione del maestro Geoff Westley, un incontro quest’ultimo che sta segnando un momento di grande crescita umana e musicale. Contrabbassista jazz di vaglia, molteplici sono le collaborazioni di Sasà Calabrese in questo segmento musicale che ne ha sempre esaltato le doti. Ma il suo segreto risiede anche nella sua semplicità e nella sua umiltà, quella che gli fa apprezzare la sua terra, anche quando per qualche periodo ne sta lontano per motivi professionali. “La Calabria per me – dice con grande candore – è qualcosa che mi ha fatto sentire sempre protetto, ovattato, perché ogni volta che sono caduto, sono caduto bene e mi sono sempre rialzato”. Ricorda i suoi omaggi, insieme a Daniele Moraca e Dario De Luca, a Lucio Dalla e a Pino Daniele e afferma di prediligere la forma racconto. I telefonini e tutto quello che ci distoglie dal racconto vero sono strumenti invasivi a livello cognitivo. Quando, invece, si trova uno spettacolo e c’è qualcuno che racconta, la gente si ferma.”. Il racconto più bello arriva verso la fine dell’incontro in Commissione cultura. “Quando ero ragazzo – eravamo 4 fratelli – ho chiesto ai miei genitori di andare a vivere con mia nonna della quale ero veramente innamorato. I racconti e i riti ancestrali che ho conosciuto grazie a lei mi hanno permesso di scrivere “Conserve” che è stato il disco che ha dato il la alla mia crescita artistica. Nella musica che faccio e che scrivo cerco sempre di mettere le mie radici. Quello che vorrei fare da grande, oltre che essere un buon padre, perché diventare padre cambia la prospettiva (Sasà e la sua compagna hanno avuto da poco un bimbo che è stato con lui anche a Palazzo dei Bruzi) è poter raggiungere livelli artistici più alti, ma anche essere l’uomo che ho sempre desiderato essere, cioè semplice, concreto e che la mia musica sia vera quanto me”. Poi il congedo dalla commissione cultura con un bel brano tratto da “Conserve”
Il musicista e cantautore Sasà Calabrese premiato in Commissione cultura
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