In un’epoca in cui le tecnologie digitali stanno ridefinendo il modo in cui i giovani apprendono, interagiscono e si sviluppano, diventa cruciale affrontare le nuove sfide educative legate all’uso di strumenti sempre più avanzati. Questo il tema al centro del convegno “Minori e Tecnologie: le nuove sfide educative”, che si terrà il 26 marzo alle ore 17.30 all’Hotel San Francesco di Rende (CS). L’evento, promosso dalla sezione di Cosenza della Fidapa BPW Italy (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria, vedrà la partecipazione di esperti del settore educativo e psicologico, che discuteranno il ruolo delle tecnologie nella crescita dei minori, analizzandone opportunità e rischi.
Ad aprire il convegno saranno Lucia Nicosia, presidente Fidapa sezione di Cosenza, e Roberto Guarasci, direttore del Dipartimento DICES dell’Università della Calabria. «La FIDAPA non può restare indifferente di fronte a una tematica così cruciale come il rapporto tra minori e nuove tecnologie. Abbiamo il dovere di affrontarla con serietà e determinazione, perché solo attraverso una maggiore consapevolezza possiamo costruire una società più equilibrata e giusta, capace di proteggere i diritti dei più giovani e di accompagnarli in un uso consapevole degli strumenti digitali», sottolinea la presidente Lucia Nicosia.
L’innovazione tecnologica avanza a un ritmo sempre più rapido, e con essa emergono nuove opportunità, ma anche sfide e rischi. Educatori, genitori e istituzioni si trovano a dover gestire un flusso ininterrotto di informazioni che raggiunge i minori attraverso internet, social media, video online e videogiochi. Senza un’adeguata educazione digitale, i ragazzi possono trovarsi esposti a disinformazione, perdita di concentrazione, dipendenza da dispositivi elettronici e isolamento sociale. «Per questo – avverte la presidente Fidapa di Cosenza- dobbiamo lavorare affinché l’educazione digitale diventi una priorità, insegnando ai giovani a proteggersi dai pericoli del web, come il cyberbullismo, le truffe online e la manipolazione delle informazioni»
Ma l’educazione non riguarda solo i ragazzi. Anche genitori e insegnanti devono essere formati per gestire e integrare la tecnologia nei percorsi educativi in modo efficace e sicuro. È necessario garantire che tutti gli studenti abbiano accesso agli strumenti digitali in modo equo, evitando che le differenze socioeconomiche creino ulteriori disuguaglianze nell’apprendimento.
A guidare il dibattito e coordinare gli interventi sarà Angela Costabile, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università della Calabria e membro della Commissione Internazionale Fidapa BPW per lo Sviluppo, la Formazione e l’Occupazione. Il suo contributo offrirà una panoramica approfondita sul ruolo delle istituzioni educative nella gestione delle sfide digitali, con un focus sull’impatto che le tecnologie possono avere sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo dei minori. Secondo la docente, il progresso tecnologico ha trasformato radicalmente il modo in cui i giovani interagiscono con il mondo, ma questa rivoluzione porta con sé anche rischi significativi. Se da un lato le tecnologie offrono strumenti straordinari per l’apprendimento e la comunicazione, dall’altro possono favorire fenomeni preoccupanti come l’isolamento sociale, il cyberbullismo e la dipendenza digitale. «I bambini e gli adolescenti -osserva Angela Costabile – trascorrono sempre più tempo con dispositivi digitali, spesso a scapito delle relazioni interpersonali dirette. Questo ha conseguenze non solo sulla loro socializzazione, ma anche sul loro sviluppo emotivo e fisico come obesità e altri disagi connessi alla sedentarietà. Gli adulti hanno un ruolo determinante considerando almeno due dimensioni: controllo e cura, con attenzione quindi per aspetti normativi ma anche emotivo-affettivi».
Un altro tema centrale dell’incontro sarà la protezione dei minori nell’ambiente digitale. Anna Lisa Palermiti, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, sottolinea che la crescita dell’uso di Internet e dei social media ha portato all’emergere di nuove forme di disagio giovanile, tra cui il cyberbullismo. Per contrastare questi fenomeni, è fondamentale adottare strategie educative basate su evidenze scientifiche, coinvolgendo scuole, famiglie e istituzioni in un percorso condiviso di prevenzione e sensibilizzazione. La formazione di insegnanti ed educatori diventa quindi una priorità, affinché possano riconoscere i segnali di disagio e intervenire tempestivamente.
Un ulteriore aspetto critico è rappresentato dall’accesso alle tecnologie. Loredana Giannicola, Coordinatore Regionale Dirigenti Tecnici dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, sottolinea che il tema delle nuove tecnologie e del loro impatto sui minori è oggi una delle questioni più urgenti in ambito educativo. Il problema non riguarda soltanto l’analisi dei rischi legati all’uso dei dispositivi digitali da parte dei bambini e degli adolescenti, ma soprattutto la necessità di comprendere quali competenze saranno indispensabili per le nuove generazioni. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e il digitale permeano ogni aspetto della vita quotidiana, il compito degli educatori e dei genitori è quello di preparare i giovani a governare questi strumenti, piuttosto che subirne passivamente le conseguenze. «Al momento, non disponiamo ancora di studi sufficientemente approfonditi per capire gli effetti a lungo termine dell’uso intensivo delle tecnologie digitali sulla dimensione emotiva, relazionale e cognitiva dei minori», sottolinea Giannicola. La mancanza di dati certi preoccupa molti esperti, al punto che alcuni analisti parlano del rischio di «perdere un’intera generazione», esposta senza adeguate difese a un mondo virtuale sempre più pervasivo.
L’incontro rappresenta un’opportunità preziosa per educatori, genitori e professionisti del settore, che potranno confrontarsi su strategie efficaci per integrare le tecnologie nei percorsi educativi senza compromettere il benessere psicologico e sociale dei minori. In un contesto sempre più digitalizzato, l’educazione al corretto utilizzo della tecnologia diventa una responsabilità condivisa tra famiglie, scuole e istituzioni.