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Lingua e identità, Gemma Calabrò presenta “U tempə ciciulia” al Circolo Culturale Rossanese: una serata di riflessioni, declamazioni e intenti culturali

Al Circolo Culturale Rossanese, si è tenuto un momento di discussione incentrato sulle tradizioni, il dialetto e le radici, in un mondo sempre più orientato verso la tecnologia, la modernità e il futuro.

Durante l’evento, si è esplorata la possibilità di una convivenza armoniosa tra queste due realtà, con lo sguardo rivolto al nostro passato, alle tradizioni e alla cultura che costituiscono la nostra identità, il cui elemento cruciale è rappresentato dalla lingua madre, il dialetto, che ha giocato un ruolo fondamentale nel plasmare il pensiero e l’espressione dei nostri antenati, soprattutto in situazioni di analfabetismo. L’oralità, con la sua forza espressiva, è stata evidenziata come mezzo di trasmissione di canti, filastrocche e storie da una generazione all’altra.

Gemma Calabrò ha portato la sua ultima pubblicazione di Informazione & Comunicazione ’U tempə ciciulia (un sun pittule ’e cummare) al prestigioso Circolo di Piazza Steri di fronte a una sala stracolma. Il presidente del circolo Antonio Guarasci si è detto felice di continuare l’attività di valorizzazione territoriale, ospitando un libro espressione di rossanesità, in linea con gli ultimi incontri tenuti dal circolo.

Gli esperti intervenuti hanno arricchito la discussione con riflessioni approfondite, mentre la redattrice Erminia Madeo ha accompagnato gli ospiti da una riflessione all’altra in uno scambio proficuo e interessante, alternando i contenuti con declamazioni in vernacolo delle filastrocche tratte dal libro, arricchite dai commenti dell’autrice.

Gli scritti di Gemma sono intrisi di elementi del passato e si arricchiscono di odori, colori e sfumature della vita semplice. La discussione ha coinvolto numerosi partecipanti, tra cui Antonella Serpa, autrice di un vocabolario sul dialetto paludese, che è stata spinta come Gemma a rendere omaggio alla sua terra attraverso una pubblicazione.

Il professore Franco Filareto ha sottolineato l’importanza del dialetto come lingua d’origine e ha proposto attività di valorizzazione in tal senso, come un corso di glottologia aperto a tutti da far tenere a studiosi della città. Luigi Godino, poeta e scrittore, ha elogiato gli scritti di Gemma, riconoscendovi gli affetti più cari all’autrice. La discussione si è arricchita ulteriormente con l’intervento di Gino Vulcano, vicedirettore di Coldiretti, che ha paragonato la biodiversità agricola alla tutela della lingua.

A chiudere l’incontro, l’avvocato Maurizio Minnicelli, che ha condiviso la sua esperienza familiare nel cercare di insegnare il dialetto ai nipotini, sottolineando la recettività dei bambini alle espressioni dialettali. Le declamazioni in vernacolo sono state affidate ad Antonio Brunetto e Franco De Simone, che hanno coinvolto il pubblico con interpretazioni divertenti dei brani di Gemma. Un omaggio alla festa dell’Epifania ha concluso la serata, con il suggestivo augurio di “cenere e carbone” tratto dal testo “La Befana”.

 

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