Il magnifico teatro Rendano ha abbracciato 400 alunni delle scuole di Cosenza arrivati per incontrare la criminologa Roberta Bruzzone in occasione dell’evento ‘Navighiamo sicuri nella rete e nella vita’, nato dalla collaborazione tra l’associazione Jole Santelli e ‘La caramelle buona’, organizzazione attiva nella tutela dei minori dal 1997. Alla presenza di tutte le autorità civili e militari, ‘Navighiamo sicuri nella rete e nella vita’, patrocinato dalla regione Calabria, dalla provincia e dal comune di Cosenza, ha preso il via con il saluto di Paola e Roberta Santelli, del presidente de ‘La caramella buona’ Roberto Mirabile e di Gianluca Gallo in rappresentanza del governo regionale.
Una mattinata intensa, in cui i ragazzi si sono confrontati con la Bruzzone senza limiti, spontaneamente, esprimendo le loro preoccupazioni e le loro esigenze rispetto ad un uso sempre più frequente e, spesso, inconsapevole, dei social e della rete. “Sono felice di essere a Cosenza – ha detto Bruzzone – ritengo sia fondamentale l’approccio diretto con i minori rispetto ad un fenomeno sempre più diffuso e insidioso. Dovere di noi adulti monitorare ed intervenire in modo fermo e concreto”.
“‘La caramella buona’ risponderà sempre sì all’associazione Jole Santelli, grazie alla quale siamo giunti per la prima volta nella splendida regione Calabria – ha detto Mirabile. Da anni siamo presenti in numerose città d’Italia con il nostro presidente onorario Roberta Bruzzone, incontriamo migliaia di studenti e tutte le volte, dopo il momento formativo, emergono numerose problematiche legate al bullismo, agli approcci sulla rete da parte di adulti. Questo è il nostro compito: ascoltare i minori per tracciare loro dei percorsi sicuri da seguire”.
L’associazione Jole Santelli, hanno sottolineato Paola e Roberta Santelli, ha voluto fortemente che si realizzasse questa giornata formativa sulle insidie dei social in collaborazione con ‘La caramella buona’ e con la presenza della dottoressa Bruzzone: “È necessario affrontare il tema della educazione digitale. I nostri ragazzi sono nativi digitali che, pur essendo consapevoli che questo strumento nasconde delle insidie, non hanno la conoscenza di una metodologia comportamentale per tutelarsi”.