Dopo aver superato brillantemente lo choc impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese, registrando un saldo di +1.025 imprese nello stock 2021 rispetto al 2020 ed un tasso di crescita dell’1,5%, nel 2022 il saldo tra aperture e chiusure comunicate, ovvero non cancellate d’ufficio, si è attestato a 353 attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,51% (ovvero un punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente).
Il sistema produttivo cosentino registra una sostanziale invarianza (- 0,36% dato identico alla media nazionale, meglio del -0,90% della media regionale) dello stock delle localizzazioni, che passano dalle 81.243 unità del 2021 alle 80.976 del 2022 (-267). La situazione è monitorata dai dati Movimprese elaborati dall’Ufficio studi e Centro progettazione Fondi nazionali e comunitari della Camera di commercio di Cosenza sulla base del Registro delle imprese. Costi energetici alti, inflazione a due cifre e innalzamento dei tassi di interesse hanno scoraggiato le iscrizioni di nuove imprese. Il numero basso di iscrizioni, unitamente a quello elevato di cancellazioni d’ufficio (877), ha prodotto una contrazione dello 0,75% dello stock delle sedi registrate.
In dettaglio, nel 2022 il relativo Registro ha perso 453 imprese del commercio, 146 imprese agricole e 108 aziende operanti nel settore manifatturiero. Di contro ha visto crescere i seguenti stock: +70 imprese esercenti attività professionali, scientifiche e tecniche; +44 attività immobiliari; +31 imprese delle costruzioni; +29 del noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e +15 attività di alloggio e ristorazione. Da notare anche un +11 di imprese che operano nel settore della sanità e dell’assistenza sociale, valore che in termini percentuali si traduce in un +2%. Meglio hanno fatto solo le attività immobiliari (+5,3%), istruzione (+4%) e Attività professionali e scientifiche (+3,9%).