Saranno 9.865 gli abitanti del Comune di Amantea dopo l’eventuale distacco di Campora San Giovanni avviato dalla Regione Calabria con la delibera di Consiglio del 6 giugno 2022.
Vorremmo capire in forza di quali poteri il Consiglio Regionale ha autorizzato un referendum ignorando la disciplina statale e producendo un atto amministrativo in contrasto con la legge? L’iter avviato da Palazzo Campanella, infatti, è in palese violazione dell’art.15 D.lgs. N. 267/2000 che recita: «non possono essere istituiti nuovi comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri comuni scendano sotto tale limite».
La vicenda avrà il suo corso in sede di giustizia amministrativa, ma c’è da sottolineare un altro elemento anomalo che offre lo spaccato della “forzatura” voluta dal Consiglio Regionale. Sotto questo aspetto è necessario richiamare quando riportato, nella seduta del 30 maggio 2022 della Prima Commissione del Consiglio Regionale, dalla sua presidente Luciana De Francesco: «Comunica altresì che il Comitato Amantea Unita “ha inviato un appello petizione (sottoscritto da trecento cittadini) sulla proposta di legge ed una memoria in cui riferisce alcune criticità in violazione della normativa vigente”». Ma dal verbale di seduta non si evince che i componenti della Commissione abbiano preso in esame e discusso tale documento. Tra l’altro il Comitato metteva in evidenza che i dati demografici sulla popolazione erano incerti e che vi era la probabile eventualità che il Comune di Amantea dopo la separazione si ritrovasse a contare meno di 10.000 abitanti.
Come mai la Prima Commissione si è rifiutata di acquisire le certificazioni dal Comune di Amantea ed invece ha dato come istruttoria quelle contenute nella proposta di legge Graziano?
La risposta, a nostro parere, la danno i tempi rapidi dell’iter amministrativo adottato che avevano un unico ed evidente obiettivo: rendere inoffensivo il Comune di Amantea, che si trovava al termine di un lungo Commissariamento e prossimo alle elezioni, e porre tutti difronte al fatto compiuto senza aspettare che il Sindaco e il Consiglio Comunale venissero eletti.
Il risultato di questa operazione, se portata a comclusione, sarà di rendere difficile e problematico il risanamento dei conti del Comune di Amantea, gravato da una massa passiva di quasi 40 milioni di euro.
Non solo, nel caso si dovesse concretizzare questa ipotesi si verificherebbe un altro effetto negativo pesante per i cittadini di Amantea: le infrastrutture produttive principali della città – il porto e l’area Pip – entrerebbero automaticamente nel patrimonio del nuovo comune mentre, i debiti resterebbero sospesi in una sorta di limbo, visto che la proposta di legge prevede un accordo futuro tra i due Comuni per stabilirne la rpartizione.. Intanto 40 milioni di euro, al momento, faranno capo al Comune di Amantea. Chiediamo al Presidente del Consiglio Regionale, ai Consiglieri Regionali, alla Giunta Regionale e al Presidente Occhiuto di prendere atto dell’enormità di quello che viene fatto. Perché riteniamo che AMANTEA debba continuare a vivere..