Mentre si avvia a passo spedito a celebrare i 50 anni della sua “creatura”, la Galleria d’arte “Il Triangolo” di viale degli Alimena, nata nel 1973 e che proprio il prossimo anno taglierà il traguardo del mezzo secolo di attività, Enzo Le Pera ha voluto cristallizzare in un libro, scritto durante la pandemia, dal titolo “Nella punta dello stivale”, da un lato la storia della sua Galleria, ma anche tutto il percorso compiuto in questi anni, scanditi da una inguaribile passione, ma pure da studi e ricerche di grande rigore. Lo ha fatto in 342 pagine nelle quali racconta minuziosamente, con il puntiglio tipico degli esegeti, il suo mondo straordinario e tutta quella temperie che, dal ’73 in avanti, attraversò non solo la sua galleria, ma contribuì, in maniera determinante, a sprovincializzare Cosenza e i suoi movimenti artistici, rendendoli visibili anche altrove e portando alle nostre latitudini mostre ed esposizioni di nomi importanti del panorama nazionale, come Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Renato Guttuso e tanti altri ancora. Il libro di Le Pera “Nella punta dello stivale” , edito da Michele Falco, è stato presentato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, nell’ambito della fortunata rassegna libraria, “Librincomune”. Nata da un’idea di Antonietta Cozza, delegata del Sindaco per la cultura – sua l’introduzione ed il coordinamento dell’incontro – da un anno a questa parte la rassegna è stata molto apprezzata dal Sindaco Franz Caruso che ieri non ha voluto mancare a questo nuovo appuntamento.
“Riteniamo che la cultura sia fondamentale per la crescita della collettività – ha detto il primo cittadino. Abbiamo voluto investire in questo settore e nel mondo dei libri, soprattutto perché sempre di più, al tempo di facebook e twitter, che ci hanno convertito alla comunicazione virtuale e telegrafica, si è un po’ persa l’abitudine a leggere. Ed è per questo che abbiamo voluto mandare un messaggio alle nuove generazioni perché il libro è fonte di apprendimento, di conoscenza e di approfondimento”. Entrando nello specifico della presentazione del volume di Le Pera, il Sindaco Franz Caruso ne ha ricordato la sua amicizia personale. “Ho conosciuto Enzo grazie a mio padre – ha sottolineato il primo cittadino – che era suo grande amico e che ascoltava i suoi preziosi consigli quando doveva acquistare qualche quadro, perché ne conosceva a fondo le grandi competenze”. E proprio questa passione verso il mondo dell’arte ha indicato ad Enzo Le Pera la strada maestra, sottraendolo alla professione di avvocato e di insegnante. “Enzo – ha aggiunto il primo cittadino – non è un gallerista, perché i galleristi sono sostanzialmente dei venditori, Lui ha, invece, fatto della sua passione una professione”. Più calzante è allora per Franz Caruso l’etichetta del cercatore d’arte che Le Pera ha inserito nel sottotitolo del suo libro. “Leggendolo – ha detto ancora Franz Caruso – è interessante vedere quali risultati si possono ottenere con la passione per la ricerca. Il suo contributo, anche come critico d’arte, è stato notevole perché ha fatto conoscere gli artisti calabresi dell’800 e del ‘900 che erano sconosciuti ai più. Così come ha portato alla ribalta cosentina tanti artisti importanti, di livello nazionale ed anche internazionale”. Franz Caruso ha, infine, espresso gratitudine a Le Pera “perché – ha aggiunto -nel suo libro è racchiusa anche la storia di questo lacerto della vita culturale cosentina che si è sviluppata alle nostre latitudini e che ne riconosce anche i pionieri, come Emilio Perfetti che fu il primo a portare a Cosenza la passione per l’arte e la pittura”.
A curare il volume di Le Pera, il critico d’arte Ghislain Mayaud, con il quale Enzo si intende a meraviglia, e che, nel riconoscere il grande lavoro svolto dal “cercatore d’arte” cosentino – “viviamo nella sintonia delle nostre trasparenze” – non ha esitato a definire Cosenza “il faro della Calabria”. Per Mayaud “il libro è il risultato della natura di Enzo Le Pera che ha osato vivere” e il critico francese lo ha definito come un fiume che non si ferma mai ma, come l’acqua, aggira l’ostacolo”. Ed è quel fiume che secondo Mayaud, attraversa la città di Cosenza.
Se per l’editore Michele Falco quella raccontata da Le Pera è una storia d’arte che intercetta i fermenti culturali, ma anche sociali della città, per il giornalista Paride Leporace, autore della prefazione al libro e che ha inviato un videomessaggio, ciò che ha realizzato a Cosenza Enzo Le Pera con “Il Triangolo” è paragonabile a quanto, nel ’68, fece Luca Ronconi a Spoleto con il suo “Orlando Furioso”. All’incontro hanno portato i loro contributi anche il prof.Ottavio Cavalcanti, docente di lungo corso dell’Università della Calabria, e il critico d’arte Roberto Sottile, direttore del Museo del Presente di Rende. Parlando del “Triangolo” e di Le Pera, Cavalcanti ha ricordato come la sua galleria d’arte sia un’agenzia socializzante dove è possibile scambiare opinioni ed idee e osservare quel che è appeso alle pareti. Sottile ha, invece, ricordato alcuni degli amici di Enzo Le Pera con i quali quest’ultimo ha collaborato per molto tempo, condividendo molti momenti creativi: Tonino Sicoli e Fernando Miglietta su tutti. L’incontro è stato, infine, concluso dall’autore che ha rivelato la scaturigine della sua passione: il seme gettato dalla sua professoressa di storia dell’arte, Ginevra Mancini, sorella di Giacomo Mancini. “Fu lei a farmi appassionare all’arte – ha svelato Le Pera. Sono stato un gallerista che si è prestato a fare tante cose, anche se non mi sono mai preso sul serio”. Tra i tanti meriti, quello di aver portato alla luce ben 250 artisti calabresi dell’800, in un’epoca in cui i testi canonici, come le enciclopedie storiche francesi o tedesche, ne riportavano solo pochissimi esempi. Affermandosi come un autentico scopritore e propagandista di quell’arte ottocentesca calabrese ancora sconosciuta, Le Pera ha poi ampliato il raggio d’azione dei suoi studi, fino al novecento.